dal Gazzettino di Giovedì, 4 Dicembre 2008
Oltre tremila le case locate agli statunitensi: un business di oltre 30 milioni all’anno
Il mercato del mattone sta vivendo un momento particolare, ma a livello locale può sempre contare su un contributo di circa 30 milioni di euro annui che la base di Aviano, attraverso i canoni di locazione delle abitazioni dei suoi dipendenti americani, versa a proprietari pordenonesi per l’affitto di tremila case sparse sul territorio provinciale.Il volume prodotto, come emerso ieri pomeriggio nell’incontro dell’Auditorium Concordia tra i rappresentanti dell’ufficio alloggi della base avianese, guidati dalla asset manager hawaiana Lani Waikiki, e i proprietari degli appartamenti stessi (oltre 500 dei 1800 totali, venerdì ci sarà un altro incontro), ha un valore globale di 36.600.000 euro, dal quale va tolto circa 1/6 che vede coinvolte società immobiliari non locali. Nell’incontro di ieri si è poi ribadito come sia già in fase di attuazione una ridefinizione degli stessi canoni d’affitto ad americani, con la progressiva scadenza dei contratti, attraverso criteri di valutazione (aria condizionata, cucina ammobiliata etc) che permettano di equipararli ai valori locativi italiani, in allineamento con il borsino espresso dalla Camera di commercio o da altri organi competenti. Accanto a ciò viene riconosciuta una somma ulteriore per i servizi extra, considerando come l’inquilino statunitense, in quanto straniero, necessiti di "cure" maggiori. Un’azione che si inserisce in un contesto in cui, a differenza di qualche anno fa, la domanda è inferiore all’offerta immobiliare nella zona.
Le tremila abitazioni si trovano in una zona del raggio massimo di mezzora di distanza dalla base. Delimitano l’area di interesse le località di Cavasso, Brugnera Prata, Cordignano (pochi chilometri, dunque, oltre il confine provinciale) e Fiume Veneto. Nel totale, sono 640 i contratti che legano direttamente i proprietari al governo degli Stati Uniti, che ne è quindi il garante di locazione. Contratti riguardanti personale essenziale della base, che necessita di un alloggio nell’immediato, o operatori bisognosi di case che fuoriescano dagli standard. Di questi 640 contratti, 530 sono in atto con quattro grandi società immobiliari che hanno sede fuori dalla provincia, i restanti 110 sono di privati. Sono dunque 2400 i contratti esistenti tra proprietari residenti nel Pordenonese e i singoli americani. In questi il governo non riveste il ruolo di garante ma fornisce assistenza totale attraverso il proprio ufficio alloggi mentre le uniche azioni che può intraprendere sono di ordine disciplinare per punire le inadempienze dell’inquilino, non essendo suo compito sostituirlo nell’atto del pagamento.«I problemi legati all’insolvenza non si discostano dalla media nazionale», è stato sottolineato dall’ufficio alloggi. Una valutazione in parte confermata dai contenuti delle domande finali di rito. Numerose, certo, ma che hanno fatto riferimento perlopiù a chiarimenti di dati tecnici, mettendo in risalto solo pochi casi inadempienze degli affittuari americani.
Marco Michelin
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