Negro: «Alla fine paghiamo sempre noi»

dal Messaggero Veneto di Venerdì, 27 Marzo 2009
Rc alla Via Crucis di domenica. Critiche anti-Usa dal Comitato contro Aviano 2000
I danni del jet
«Continuerò a battermi perché siano coloro che vivono su un territorio a poter dire l’ultima parola sull’uso dello stesso, sicuramente quando vi sono minacce concrete e ripetute di morte. Anche per questo, come sempre, parteciperò domenica 29 marzo alla Via Crucis Pordenone-Aviano». Michele Negro, Rifondazione comunista, invoca un percorso «di non violenza, di rispetto della vita e dell’autodeterminazione dei popoli contro logiche di morte, di attacco ai diritti e alla civiltà».Sull’avaria che ha coinvolto un F-16 decollato dalla Base di Aviano martedì scorso, Michele Negro sostiene che «applicando alla lettera le motivazioni della Cassazione, nel respingere la richiesta dei 5 pacifisti pordenonesi di almeno risarcire l’ingombrante presenza di armi di distruzioni di massa ad Aviano (in violazione delle convenzioni internazionali di non proliferazione nucleare), l’incidente accaduto a Tamai non sarebbe nient’altro che un atto dovuto e necessario, ammesso e previsto dai trattati italo-americani che possono decidere della vita e della morte dei cittadini italiani». Il fatto che a pagare materialmente gli ingenti danni dello sganciamento dei serbatoi sia lo Stato italiano, «in pratica tutti noi contribuenti, è l’ennesima beffa e violenza commesso sui cittadini».
Secondo il Comitato unitario contro Aviano 2000, invece, l’incidente «non è che l’ennesimo che la popolazione subisce tra Friuli, Veneto e Trentino». In mezzo a questi «gravi “effetti collaterali” come si chiamano in gergo militaresco vi sono una miriade di danni causati dall’attività della Base di Aviano come l’inquinamento acustico, delle falde e dell’aria, la costruzione di alloggi e viabilità ad hoc per servizi e attività che saranno poi dismesse o comunque inservibili».

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