dal Gazzettino di Domenica, 23 Dicembre 2007
La Base Usaf di Aviano è stata "spiata" dai Russi. L’ispezione aerea (un sorvolo con uso di sensori) è avvenuta nei giorni scorsi, ma il Comando del 31esimo Fighter Wing lo aveva ufficialmente preannunciato già a marzo. Un aviogetto di linea Tupolev Tu-154 battente bandiera della Federazione Russa ha sorvolato l’aeroporto "Pagliano e Gori" a circa 6mila metri di quota. Il trireattore (sostanzialmente un aereo di linea) era appartenente al "Gagarin Cosmonaut Training Center", ma la fusoliera presentava sul ventre un paio di "finestre", corrispondenti alle installazioni di apparecchi fotografici ottico panoramici, videocamere, dispositivi a raggi infrarossi e radar a scansione. A bordo personale misto italiano e russo (una quarantina di militari), ovvero il cosiddetto team "Open Skies" (Cieli Aperti).
In una vasta area del globo (comprendente la quasi totalità del Vecchio Continente, la Russia e il Nord America) è consentito a ciascun Paese di sorvolare (in quota e senza alcuna limitazione) i territori di un altro Stato firmatario degli appositi trattati, utilizzando aerei equipaggiati con diversi tipi di sensori. L’accordo (sottoscritto ad Helsinki il 24 marzo 1992 da 27 Paesi membri della Nato e dell’ex Patto di Varsavia) intende rafforzare la trasparenza degli apparati militari, facilitare il controllo degli armamenti convenzionali e rendere più agevole la prevenzione dei conflitti e la gestione delle crisi d’area. Il trattato sui "Cieli Aperti" è divenuto parte integrante dell’imponente sistema di norme negoziate alla fine della Guerra Fredda, e volte a promuovere la cooperazione in campo militare. Anche l’Italia quindi è tenuta ad accettare una serie di "Open Skies". I voli di osservazione sono condotti con velivoli disarmati, ad ala fissa ed equipaggiati, come già accennato, con diversi apparecchi di ripresa.
In materia di controllo degli armamenti convenzionali, in sostanza vi è rimasto ben poco da inventariare: all’aerobase pedemontana la dotazione fissa ammonta a una cinquantina di cacciabombardieri F-16 e un paio di elicotteri Black Hawk. Quel che costituisce una sorta di sfida è la corretta e completa applicazione dell’insieme di prescrizioni che attengono agli accordi stipulati. Non solo, l’esperienza acquisita dagli equipaggi e dal personale addetto al "reciproco" controllo costituisce bagaglio da esportare in contesti geografici diversi, laddove oggi la dicitura "cooperazione multilaterale" è sconosciuta.
Dario Furlan
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