Trovato il nuovo “nemico”, con tutte le carte in regola per rappresentare mediaticamente il “cattivo”, il militarismo dei paesi NATO sta assassinando donne, uomini e bambini, come accade sempre di più in tutte le guerre moderne chiamate “guerre chirurgiche”. Le vittime di questo attacco non saranno solo i civili inermi sotto i bombardamenti ma, ancora di più, gran parte della popolazione che dovrà continuare a sopravvivere all’inverno imminente in un paese orami raso al suolo nei sui centri vitali come gli ospedali, i Villaggi, le reti energetiche e viarie. Ma chi è Bin Laden? Chi sono i Talebani? L’ennesima creatura degli USA, finanziati e organizzati in chiave antisovietica, quella rete messa insieme dagli Stati Uniti e dai loro alleati per i loro scopi ed aiutata fino a quando serviva a questi scopi.
L’attacco terroristico che ha incalzato alla rappresaglia gli Stati Uniti d’America non è solo una disperazione di perdite di vite umane ma un tassello essenziale perché quest'orrore divenga sempre più quotidiano, sempre più accettabile. Solo così s’induce la popolazione a rinunciare alla libertà di movimento, di sciopero, di parola, alla difesa dei pochi diritti ancora riconosciuti. Solo con la paura ed il terrore si riceve il mandato di “difendere” con ogni mezzo e senza rendere conto a nessuno gli interessi economici e politici di una nazione o di un’alleanza di stati. Dice bene Noam Chomsky: “se accogliere sospetti terroristi è un crimine che merita l'attacco militare, allora gran parte del mondo, inclusi gli Stati Uniti, dovrebbero essere attaccati in questo stesso istante”, perché dev’essere chiaro per tutti che non si tratta affatto di uno scontro di “culture” o di modelli economici. I maggiori rappresentanti di queste fazioni fondamentaliste sono tutto tranne che anticapitalisti. Questo ennesimo attacco, mascherato da "conflitto di civiltà", s’inserisce nella strategia U.S.A. come a Panama, nella "Guerra del Golfo" passando per le infinite guerre jugoslave, con il tentativo di affermare la propria egemonia, garantendosi il controllo del territorio planetario in funzione dei propri interessi economici. Una politica che vede, sul piano interno di tutte gli stati coinvolti, un aumento delle spese militari a detrimento delle spese civili, un aumento della repressione, l’attacco alle condizioni di vita ed al reddito delle classi lavoratrici.
Ad Aviano abbiamo il triste primato di avere la più importante Base militare nucleare USAFE d’Europa. Da anni denunciamo le devastazioni ambientali e sociali di questa presenza e da anni ci opponiamo al suo ampliamento. Quello che è successo a New York e a Washington dimostra ancora una volta la pericolosità delle basi militari come obiettivi sensibili e come presenze portatrici sempre e comunque di morte, guerre e distruzioni.
Il militarismo scava nelle coscienze, si sostituisce alla ragione e annulla la capacità di relazioni pacifiche e costruttive fra gli individui, nelle comunità, fra i popoli.
Nessuna guerra è una guerra giusta, perché ogni guerra è contro di noi.
Comitato Unitario contro Aviano 2000