VIA LE ATOMICHE DA AVIANO, VIA LE ATOMICHE DALLA STORIA

Nelle scorse settimane, i soliti meccanismi dell'informazione-spettacolo hanno rilanciato con clamore una notizia vecchia di anni, spacciandola per nuova: ad Aviano ci sono le bombe atomiche.
 Le timide, e certo non maggioritarie, reazioni critiche e preoccupate dell'opinione pubblica sono state subito zittite dai sacerdoti mediatici della realpolitik: “le bombe ci hanno difeso dai sovietici per decenni”.
E poi il silenzio cade su tutto. La vicenda delle bombe, invece, merita ulteriori approfondimenti perché è in grado di mostrare, con palmare evidenza, la natura criminale e sovversiva del ceto politico che ha diretto e dirige il nostro paese.

Il primo elemento che deve emergere, limpido, dalla melma della disinformazione, è che l’Italia detiene e controlla armi nucleari (la famosa "seconda chiave") in violazione del trattato di non proliferazione delle armi atomiche che ha sottoscritto per decisione del parlamento. Non più di un mese fa l'Italia ha appoggiato, all'assemblea delle Nazioni Unite, una mozione del Brasile sul disarmo atomico mondiale. Una bella coerenza! E così queste solenni e pubbliche decisioni vengono sovvertite da un manipolo di uomini, in divisa o meno, che dietro il paravento del segreto militare si beffano della volontà  popolare, chiaramente espressa nel referendum sulla rinuncia alle centrali elettronucleari, di sfuggire ai rischi dell'energia atomica, sia essa impiegata per usi "pacifici" che militari.
Si deve anche aggiungere che la natura di arma strategica delle bombe nucleari ne prescrive l'impiego "ottimale" in anticipo sulle intenzioni del nemico: è un'arma di attacco, mai di difesa.
Il secondo elemento che va rilevato (si veda in proposito una fonte non sospetta di sentimenti antigovernativi quale la rivista LIMES, n. 4/99 articolo "L'atomica in casa: a che ci servono le bombe") è che la decisione di mantenere armi nucleari nel nostro territorio non corrisponde ad alcun interesse nazionale od europeo. Anzi le bombe ad Aviano e nelle altre basi europee sono un serio ostacolo al disarmo nucleare planetario, obiettivo che, invece, viene sbandierato, in malafede, dai politicanti che ci governano. La detenzione delle bombe in Europa aggrava e rende pericolosi i rapporti con la Russia, afflitta dai noti problemi economici, sociali ed ambientali (causati proprio dalle politiche neoliberiste imposte dall'occidente) e che utilizza i suo ruolo di (ex) superpotenza nucleare come ricatto per ottenere investimenti ed aiuti economici. L'interesse a detenere le bombe è solo di una ristretta gerarchia militare, che vuole mantenersi il posto all'osceno tavolo dei dottor Stranamore, e di un ceto politico miserabile che vede nel possesso della "seconda chiave" un'arma da usare nella definizione "mercantile" degli interessi intercapitalistici fra i paesi membri della Nato, compresi quelli che sgomitano per entrarci e che a tal fine sarebbero ben disposti ad ospitare depositi di bombe atomiche. Insomma, mentre si predica a gran voce la sicurezza come primo obiettivo di politica estera, si razzola invece in senso contrario usando in maniera irresponsabile la detenzione di armi di sterminio planetario.
A chi, infine, volesse distinguere, sul piano etico, fra usare le bombe e semplicemente fabbricarle offriamo la lettura di questo breve testo: Il "giusto" (1979). Secondo lo “Herald Tribune”, Carter dichiarò che le installazioni nucleari potevano cadere in “mani sbagliate”, in quelle di “criminali”. Che ingenuità ! Come se esistessero “mani giuste”, proprietari non criminali del mostruoso! Non diventa forse ogni mano, per il semplice fatto che “tiene” tali impianti, proprio a causa di questo tenere, una mano “sbagliata”, una mano criminale?
Forse che la mano di Truman e l'uso ch'essa fece delle due bombe nell'anno 1945 era meno  “sbagliata” perché egli era in modo miserabile il presidente degli Stati Uniti?
E viceversa la sua presidenza non era forse moralmente “sbagliata” per il fatto ch'egli possedeva due bombe atomiche? Proprio così: possedeva.
E questo, infatti, già  bastava. “Avere” era già  “usare”. Habere già  un adibhere. L'immoralità  non consistette nel lancio ma già  nel possesso; dato che questo, se Hiroshima e Nagasaki non fossero state devastate, sarebbe automaticamente finito in ricatto con genocidio.  Ciò che vale per le bombe vale anche, mutatis mutandis, per gli impianti, per cui produrre armi nucleari oggi è possibile non solo a una qualunque wrong hand, ma persino alla mano di un qualsiasi stagnaio.
(Gunther Anders)

COMITATO UNITARIO CONTRO AVIANO 2000

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