Aviano-CIA

La Repubblica – 5 luglio 2006

Nell’ambito dell’inchiesta sul sequestro a Milano di Abu Omar in manette Mancini, numero 2 del SISMI, e alcuni agenti

Nell’ambito dell’inchiesta sul sequestro a Milano di Abu Omar in manette l’alto funzionario del controspionaggio e alcuni agenti Rapimento dell’imam, in manette Mancini, numero 2 del Sismi Richiesta di arresto anche per Jeff Castelli ex capo Cia in Italia Cossiga attacca i giudici: così aiutano Osama bin Laden

Rapimento dell’imam, in manette
Mancini, numero 2 del Sismi

Abu Omar, l’imam milanese sospettato di terrorismo ROMA – In manette il direttore delle operazioni del Sismi, Marco Mancini, (praticamente il numero due del nostro controspionaggio diretto da Nicolò Pollari) e almeno altri tre agenti. Gli arresti sono avvenuti questa mattina su richiesta della procura milanese nell’ambito dell’inchiesta sul rapimento – da parte di agenti Cia con l’appoggio del Sismi – dell’imam Abu Omar il 17 febbraio 2003. Tra le richieste di arresto ce n’è anche una per Jeff Castelli, ai tempi del rapimento capo della Cia in Italia, attualmente tornato negli Usa dove ricopre un incarico dirigenziale presso la base militare di Langley. L’accusa, per gli italiani, è concorso in sequestro di persona. Sarebbero in corso anche delle perquisizioni.

Nella vicenda sono sotto accusa ventidue agenti americani per i quali la procura milanese avrebbe voluto l’estradizione contro la quale si schierò l’allora Guardasigilli Roberto Castelli. Il Sismi è sospettato di aver dato pieno appoggio all’operazione, collegata anche ai voli segreti della Cia per portare da un paese all’altro i suoi "prigionieri" nell’ambito di diversi blitz contro il terrorismo islamico.

La notizia è confermata anche dall’ex capo dello Stato Francesco Cossiga secondo il quale il blitz della magistratura milanese si tradurrebbe in "un aiuto a Osama Bin Laden". Su questi arresti, Cossiga ha presentato un’interpellanza durissima, rivolta al presidente del Consiglio Romano Prodi e ai ministri degli Esteri Massimo D’Alema, dell’Interno Giuliano Amato e della Difesa Arturo Parisi.

Nel documento – dai toni sarcastici – il senatore a vita difende l’operato del Sismi e attacca i giudici: "Dopo il fondamentale contributo dato alla sicurezza del Paese dalla procura della Repubblica di Milano con lo smantellamento tramite tempestivi arresti della Divisione controspionaggio del Sismi non intendano, a tutela della sicurezza del Paese, intavolare immediatamente trattative con Al Quaeda, anche nella persona di Osama Bin Laden, offrendo in cambio della intangibilità dei cittadini, degli interessi e del territorio italiani lo smantellamento di tutto l’apparato di sicurezza antiterrorismo dei Servizi di Informazione e di Sicurezza, dell’Arma dei carabinieri, della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza".

Cossiga chiede inoltre se gli interpellati "non ritengano opportuno nominare per le necessarie trattative, con rango di ambasciatore straordinario e plenipotenziario, il benemerito magistrato dottor Spataro, sostituto procuratore della Repubblica di Milano".

Hassan Mostafa Osama Nasr, egiziano, era stato sequestrato in pieno giorno in via Conte a Milano il 17 febbraio di tre anni fa. Ex imam della moschea di via Quaranta e del centro di cultura islamica di viale Jenner, da oltre un anno era sotto indagine perchè sospettato di aver legami con organizzazioni islamiche estremiste. Gli veniva contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale.

Il sequestro avvenne ad opera di 22 agenti della Cia, coadiuvati – si è scoperto in seguito – da agenti italiani del Sismi. L’imam, scaraventato su un furgone, venne portato nella base aerea di Aviano e qui torturato. Poi lo trasbordarono in Egitto dove è finito nelle carceri di Mubarak. Da allora non se ne hanno più notizie.

(5 luglio 2006)

This entry was posted in Rassegna stampa. Bookmark the permalink.