dal Gazzettino di Giovedì, 26 Aprile 2007
Decapitare e rottamare una torre di controllo aeroportuale con tanto di onori militari è fatto raro. È successo ad Aviano , dove dall'estate scorsa è stata attivata la nuova struttura adi bita allo smistamento del traffico aereo da e per la Base , ma resisteva ancora la sua "vecchia sorella". Alla fine è però arrivato il momento fatidi co dell'addi o e il tutto è avvenuto col contorno di sacrosanta cerimonia. Una mastodontica gru fornita da apposite maestranze locali (ben due le di tte italiane coinvolte nell'intera operazione) hanno provveduto a smontare prima la cappa, e successivamente di sfare il resto della struttura metallica portante, ammontante a complessive 6 tonnellate e mezzo di peso.
I pezzi saranno entro breve demoliti e i rottami indi rizzati allo smaltimento. La fase iniziale dell'intervento è stata seguita in di retta dalle autorità aeroportuali italiane e statunitensi che hanno inteso salutare un pezzo di storia.
La vecchia torre era stata eretta nell'aprile 1964 e nei suoi 43 anni di onorato servizio hanno visto scorrere sulla pista l'intera panoplia di aeromobili Nato coinvolti via via nella Guerra Fredda, nelle operazioni belliche su Balcani e Medi o Oriente, in quelle speciali e secretate, testimone anche di visite illustri: dai presidenti Usa al clandestino Abu Omar. Non quindi solo un pezzo di metallo, bensì una stanza che ha fedelmente registrato la storia recente, giorno per giorno. La vecchia torre si è anzi di mostrata robusta e ben piantata sulle sue quattro gambe di acciaio, schivando l'impatto con un velivolo nel 1970 e rimanendo stoicamente in piedi di nnanzi alla furia bestiale del fortunale scatenatosi nel giugno scorso. Sembra che in Italia siano state costruite una decina di torri simili, e che con la demolizione di quella pedemontana ne sia rimasta operativa una sola.
Il personale misto italiano – americano (circa 6 unità) che prestava servizio nella vecchia torre, prosegue ora la propria missione nella nuova struttura, completata nell'ambito del progetto Aviano 2000. Il team congiunto amministra i decolli e gli atterraggi, oltre che controllare e di rigere il traffico aereo entro le cinque miglia (9 chilometri di raggio). Non ultimo, gli addetti della torre prestano sorveglianza a che pista e rampe di rullaggio siano sgombre da auto, moto e camion, salvo concedere via radi o la relativa autorizzazione a incrociare l'asfalto solitamente impegnato dai topgun.
Dario Furlan
La vecchia torre era stata eretta nell'aprile 1964 e nei suoi 43 anni di onorato servizio hanno visto scorrere sulla pista l'intera panoplia di aeromobili Nato coinvolti via via nella Guerra Fredda, nelle operazioni belliche su Balcani e Medi o Oriente, in quelle speciali e secretate, testimone anche di visite illustri: dai presidenti Usa al clandestino Abu Omar. Non quindi solo un pezzo di metallo, bensì una stanza che ha fedelmente registrato la storia recente, giorno per giorno. La vecchia torre si è anzi di mostrata robusta e ben piantata sulle sue quattro gambe di acciaio, schivando l'impatto con un velivolo nel 1970 e rimanendo stoicamente in piedi di nnanzi alla furia bestiale del fortunale scatenatosi nel giugno scorso. Sembra che in Italia siano state costruite una decina di torri simili, e che con la demolizione di quella pedemontana ne sia rimasta operativa una sola.
Il personale misto italiano – americano (circa 6 unità) che prestava servizio nella vecchia torre, prosegue ora la propria missione nella nuova struttura, completata nell'ambito del progetto Aviano 2000. Il team congiunto amministra i decolli e gli atterraggi, oltre che controllare e di rigere il traffico aereo entro le cinque miglia (9 chilometri di raggio). Non ultimo, gli addetti della torre prestano sorveglianza a che pista e rampe di rullaggio siano sgombre da auto, moto e camion, salvo concedere via radi o la relativa autorizzazione a incrociare l'asfalto solitamente impegnato dai topgun.
Dario Furlan