dal Messeggero Veneto del 26 aprile 2007
Unificati i reparti manutentivi. L’obiettivo: aumentare la produttività
AVIANO. Cala in prospettiva il personale, aumentano gli aerei e, di pari passo, i costi di manutenzione. Soprattutto cade un mito, quello dell’efficienza organizzativa made in Usa. Risultato: ad Aviano gli americani scoprono, cronometri alla mano, sacche di inefficienza (tempo ed energia sprecati in talune operazioni), da cui la necessità di sperimentare nuovi protocolli operativi che prevedono l’integrazione dei due attuali squadroni di manutenzione dei 48 F-16 in un’unica unità, con separazione di attività.
Una riorganizzazione importante, sulla quale più di qualcuno all’interno dell’Air Force sembra storcere il naso. In internet, all’annuncio della fusione tra reparti, si sono scatenate le discussioni su questo nuovo modello operativo che non sembra incontrare consensi tra i più diretti interessati, soprattutto in previsione di un aumento del lavoro procapite. Mettono le mani avanti i comandi militari: «L’iniziativa è stata intrapresa in risposta a una previsione relativa al personale del 31° Amxs (è lo squadrone deputato alla manutenzione degli aerei, ndr ) il quale perderà il 20 per cento della forza lavoro tra il 2007 e il 2009. Il 31° Amxs ha dovuto rifare i conti per continuare a mantenere l’efficienza operativa in termini di ore-volo con il 20 per cento in meno di personale rispetto all’attuale». A ciò si aggiunga un’ulteriore variabile: è previsto nel breve termine un incremento dei caccia F-16, portandoli da 48 a 51 (ma qualcuno ipotizza anche a 54, tre in più per squadrone: proverranno dalla base di Cannon nel New Mexico, dismessa per essere riutilizzata, pare, quale sede di operazioni speciali). Significativo, al riguardo, il commento di un sovrintendente del gruppo manutenzione: «Siamo equipaggiati soltanto per 42 aerei». Da qui il “ribaltone”, preannunciato nel 2006 nel corso di un vertice in seno all’Air Force europea, nel quale s’è discusso del futuro dell’aerobase del Friuli occidentale sulla scorta del modello operativo Afso 21, acronimo del nuovo corso dell’Air force per il 21° secolo. Un piano, articolato in cinque punti, che mira in particolar modo all’incremento della produttività, guarda caso, degli airmen, ovvero della “base” dell’Air force. Quella stessa “base” che sta esternando le proprie perplessità, chiamiamole pure velate proteste, in internet. Così, mentre i pacifisti reiterano le loro richieste di chiudere la struttura militare e il Pdci incalza il governo sulla presenza delle testate nucleari ad Aviano, i militari a stelle e strisce si preparano a una rivoluzione copernicana nelle metodologie operative, potenziando, al tempo stesso, la presenza aerea. Nulla è dato sapere, per ora, sul perchè nell’aeroporto pedemontano necessitino ulteriori F-16, anche se la decisione non è%2