dal Gazzettino di Mercoledì, 5 Marzo 2008
Una scommessa "Oltre la notte del mondo". È più un auspicio che un titolo, quello scelto per la dodicesima edizione della Via Crucis per la pace da Pordenone alla Base Usaf di Aviano. All’opera in sinergia Beati i costruttori, Associazione Balducci di Zugliano, Comunità accoglienza Arcobaleno, Gruppo cristiano di base di Gorizia, Emergency, Gim – Comboniani e Suam Nordest. Un cammino che punta a riprendere direttamente l’insegnamento dell’enciclica Populorum Progressio di Paolo VI quarant’anni dopo. «Questo segno della Via Crucis è sempre stato profondamente inserito nella storia attuale – riassume don Giacomo Tolot, parroco di Vallenoncello, a nome degli organizzatori -. Non è quindi il frutto di un’emozione estemporanea per qualche fatto specifico accaduto nel passato, come il Cermis, la guerra nell’ex Jugoslavia e l’Iraq. Al contrario, è una presa di coscienza: il male dell’ingiustizia, supportato da violenza delle armi e manipolazione selvaggia del creato, diventa strutturale in questa nostra società che consacra la spartizione del mondo in ricchi e poveri. Il 30% della popolazione mondiale si divide l’85% delle ricchezze, mentre il 70% del genere umano deve sopravvivere con il restante 15% delle risorse della terra». Due le iniziative di corollario alla marcia. Sarà raccolto il corrispettivo in denaro di un pranzo, frutto del digiuno dei "camminatori", per devolverlo al Baby Hospital di Betlemme. «L’abbiamo scelto come luogo emblematico dell’amore in un contesto di violenza, fame e guerra – incalza don Tolot -. Poi si potrà firmare per la proposta di legge popolare diretta a sfrattare, una volta per sempre, le testate nucleari dal suolo della Repubblica italiana». La partenza verrà anticipata alle 13, sempre dal sagrato del Duomo pordenonese di San Marco, con arrivo alle 17 davanti alla pista di decollo della struttura militare avianese. Un bus navetta riporterà tutti in città alla fine. A proposito: il pordenonese Valentino sta preparando la sua tesi di laurea in Antropologia all’Università di Siena proprio sulla manifestazione pacifista. «Ricordando Gesù sulla croce meditiamo sulla morte di tutte le vittime innocenti con profonda compassione – conclude il sacerdote -. Ci sentiamo dolorosamente provocati a impegnarci per prevenire le morti per fame e malattie endemiche, ma anche quelle sul lavoro, sulle strade, per sofferenze personali e familiari attuate in modo tragico, come è avvenuto di recente anche nella nostra terra».
Pier Paolo Simonato
dal Messaggero Veneto di Mercoledì, 5 Marzo 2008
Via Crucis pacifista dal duomo alla Base
«La Via Crucis è una piccola espressione, ma purtroppo l’unica in campo ecclesiale regionale, verso una struttura che risiede in casa nostra, in cui si spendono cifre astronomiche per portare nel mondo la ragione della forza e, qualora si presentasse l’occasione, anche con armi batteriologiche, chimiche e nucleari in essa custodite, definite dal Concilio Vaticano II crimini contro l’umanità». Così don Pierluigi Di Piazza e don Giacomo Tolot spiegano (con un accenno anche polemico nei confronti del mondo ecclesiastico regionale su questi temi) la Via Crucis Pordenone-Base Usaf di Aviano, in programma questa domenica e organizzata da Beati i costruttori di pace, Associazione Balducci di Zugliano, Comunità accoglienza Arcobaleno di Gorizia, Emergency e altri sodalizi. Una iniziativa inserita nella storia attuale, spiegano, e non «frutto di una emozione estemporanea per qualche fatto specifico accaduto». Il programma prevede, alle 13, la partenza anticipata, a causa dell’ora solare, davanti al duomo di San Marco a Pordenone: un fattore che forse non consentirà al vescovo di Concordia-Pordenone,Ovidio Poletto, di dare la benedizione, come ormai da alcuni anni, perché impegnato con le cresime. Dopo il percorso e le “stazioni” in cui si ricorderanno la passione di Cristo con momenti di preghiera e riflessione sulla pace e sulla giustizia, il corteo arriverà alla Base di Aviano alle 17 per il momento conclusivo. Alla Via Crucis è prevista la partecipazione di gruppi provenienti da Trieste, Gorizia, Padova e Vicenza. Due le iniziative proposte quest’anno: «Raccoglieremo il ricavato di un pranzo – affermano Tolot e Di Piazza -, frutto di un digiuno volontario, per devolverlo al Baby Hospital di Betlemme, luogo emblematico dell’amore in un contesto di violenza, fame e guerra. Inoltre raccoglieremo le firme per la legge di proposta popolare per sfrattare una volta per sempre tutte le testate nucleari dal suolo della repubblica italiana». Donatella Schettini