Gli americani sono meno accettati degli immigrati

dal Gazzettino di Venerdì, 4 Luglio 2008
Sono una ragazza di 20 anni, figlia di un americano in pensione dall’Esercito ma dipendente dalla Base Usaf , e di un’italiana. Leggendo la prima pagina del Gazzettino di Pordenone mi sono arrabbiata. Da ormai 11 anni vivo in Italia, quindi per più della metà della mia vita, e sinceramente mi sento più italiana che americana.Quando mio padre, per via di questa situazione in cui sembra che gli americani siano meno accettati degli extracomunitari mi chiede di tornare negli States con lui e mia madre, mi sento un po’ a disagio. Sono cresciuta qui e veder trattare le persone che hanno contribuito a Liberazione, Ricostruzione (economica e militare) e nascita della Repubblica peggio di altri che non contribuiscono in alcun modo alla nostra economia e alla nostra difesa, proprio non mi sembra giusto. Mio padre e gli americani in generale sono trattati molto peggio di oltre la metà degli extracomunitari che giungono nel nostro Paese senza un lavoro, un’assicurazione medica e soprattutto senza i documenti in regola. Questa lettera è una lamentela contro lo Stato italiano e le leggi che vengono attuate e contro le persone che decidono per noi dove alloggiare gli immigrati. Se i residenti di Aviano dovessero scegliere, accoglierebbero queste 300 persone? Molto probabilmente no. Gli americani, prima di ottenere il permesso di soggiorno (che dura solamente 2 anni), devono dimostrare di avere lavoro fisso, domicilio e assicurazione. Agli extracomunitari invece viene rilasciato senza tutte queste "prove". Mio padre ha spedito il "pacchetto" per il permesso di soggiorno a ottobre, ha lasciato le impronte digitali a febbraio e il suo permesso di soggiorno è ancora a Roma. Quando arriverà mancherà un anno alla scadenza, visto che la data di rilascio parte dal giorno in cui viene spedito. Mia madre è andata il 26 giugno a vedere se era pronto. Davanti a lei c’era un immigrato al quale il poliziotto ha chiesto se avesse una casa. Ha risposto di sì. Alla domanda se in questi due anni avesse lavorato, ha risposto invece di no. È mai possibile dover mantenere tutte le persone che giungono nel nostro Paese senza un lavoro, riescono a vivere quando molte famiglie italiane non arrivano neppure a fine mese e vengono assistiti gratuitamente? Adesso mandano 300 extracomunitari ad Aviano, tra Doimo e Ial, sempre a nostre spese? Prima di accoglierli dovrebbero controllare se può essere dato loro asilo politico, e se non sono qualificati rimandarli a casa loro. Lo Stato dovrebbe accorgersi che sta spendendo soldi inutilmente, pensare di più ad aiutare i suoi cittadini che si trovano in difficoltà, ma anche non trattare le persone come gli americani (con lavoro fisso, casa e famiglia) come pezze da piedi. Questa situazione sta stretta a moltissime persone. Se i preti e le suore devono scegliere i luoghi in cui accogliere gli immigrati, perché non lo fanno vicino a loro? Come le suore di Cividale, che hanno scelto Doimo. Perché non ospitarli a Cividale? Perché dovremo averli noi. Scommetto che al loro arrivo inizieranno a esserci molti più anziani che avranno paura a uscire di casa in determinate ore e che la criminalità ad Aviano aumenterà. Noi non possiamo vivere con la paura. So che diversi extracomunitari che risiedono nel Pordenonese vorrebbero tornare in patria. Perché non fare un sondaggio in proposito? Perché anziché accogliere tutti non si cerca di creare lavoro nei loro Paesi? Penso alle fabbriche, prima di tutto. Spero che questa lettera non venga accantonata: è giusto anche sentire il parere di noi cittadini italiani.
Christy N. Parks
Aviano

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