Abu Omar, “ricostruito” il volo da Aviano

dal Gazzettino di Giovedì, 17 Luglio 2008
L’aereo con l’imam partì dall’aeroporto Pagliano e Gori dove agenti della Cia arrivarono con un furgone da Milano
Nella prossima udienza del processo per il sequestro dell’ex imam di via Quaranta Abu Omar, il 17 settembre, è stata chiamata a testimoniare dai pm Armando Spataro e Ferdinando Pomarici l’unica testimone oculare del rapimento, una donna egiziana che il 17 febbraio 2003 si trovava in via Guerzoni a Milano con le due figlie piccole.
Nell’udienza di ieri davanti al giudici di Milano, diversi investigatori hanno ricostruito le parti dell’indagine relative al trasporto dell’imam dalla base Usaf di Aviano ospitata all’aeroporto Pagliano e Gori a quella di Ramstein, in Germania, fino al Cairo, in Egitto.
Ad Aviano, ha spiegato un testimone dei carabinieri, l’arrivo di personale Cia veniva generalmente annunciato alla sicurezza militare americana di stanza, in modo tale che agli ingressi dedicati al personale Usa la security fosse pronta a lasciar entrare i mezzi, senza necessariamente conoscerne il carico. A capo della sicurezza militare statunitense della base Usaf c’era allora il colonnello Joseph Romano, anch’egli imputato nel processo.
Un testimone della polizia di frontiera ha poi ricostruito passo per passo il modo in cui gli inquirenti riuscirono a individuare i due velivoli che portarono Abu Omar prima in Germania e poi in Egitto.
Fu in particolare con accessi a documentazione dell’Enav e all’Eurocontrol di Bruxelles che la Procura individuò il Learjet 95 americano che partì da Aviano attorno alle 18.20 del 17 febbraio 2003 alla volta della Germania e il Gulfstream che attorno alle 21 lasciò Ramstein per Il Cairo.
Quel velivolo di proprietà di una società americana, ha ricordato il pm Spataro, sarebbe stato affittato alla Cia per un’altra ottantina di voli in Europa. Si tratta delle operazioni di redention organizzare dai servizi segreti statunitensi in diversi Paesi del mondo.

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