Il 6, 7 e 8 dicembre '97, si è tenuto a Pordenone un convegno nazionale contro le basi militari dal significativo titolo "Gettiamo le basi", organizzato dal locale comitato unitario nato per opporsi al piano di ampliamento e potenziamento strategico della base aerea americana di Aviano (PN), noto come "progetto Aviano 2000". Un convegno che ha visto la partecipazione di numerosi antimilitaristi, pacifisti ed ecologisti pervenuti da varie regioni italiane e da alcuni paesi stranieri che durante le tre giornate hanno portato a compimento il nutrito programma dell'iniziativa articolato in tre momenti distinti: una conferenza pubblica con relatori che hanno trattato argomenti quali la globalizzazione, il nuovo modello di difesa, l'impatto ambientale conseguente alla militarizzazione del territorio, la presenza militare americana in Italia in funzione di controllo interno e di complicità nella strategia della tensione, la questione femminista e le donne in divisa, ecc; il convegno con la suddivisione in tavoli di lavoro e l'assemblea plenaria conclusiva e infine, la manifestazione davanti ai cancelli della base di Aviano.
Una scadenza nazionale, pensata e voluta dal Comitato unitario contro Aviano 2000, dopo lunghe discussioni e mesi di preparativi, ma sentita anche da altri compagni impegnati in situazioni analoghe a quelle di Aviano (Sigonella, Napoli, S.Damiano, ecc.), che, fin dall'inizio, ha riscontrato un notevole successo sia per il nutrito numero di adesioni (gruppi, comitati, associazioni antimilitaristi, femministi, pacifisti, antimperialisti ed ecologisti), sia per la presenza di alcune centinaia di persone durante tutte e tre le giornate del convegno. Ma, il dato più significativo è rappresentato dal raggiungimento degli obiettivi che gli organizzatori di questa importante iniziativa "contro la militarizzazione della società e per un duemila senza più basi militari" si erano dati.
Tre giorni di intenso dibattito durante i quali è emerso un orientamento antimilitarista dei partecipanti – grazie anche al contributo di molti compagni anarchici presenti al convegno – che si sono schierati contro tutte le basi militari (americane, italiane, Nato, ecc.) e non solo contro quelle straniere come è risultato da qualche isolato intervento più vicino alle posizioni del "militarismo democratico". In questo senso, vanno sottolineati i limiti e le ambiguità di un "pacifismo interventista" che, incapace di sviluppare una critica radicale al militarismo e di comprendere gli interessi politici ed economici che stanno dietro ad ogni intervento militare (sia spacciato come umanitario, che attraverso i "bombardamenti intelligenti"), durante il dibattito sulla militarizzazione e sul ruolo della Nato in Europa, si dichiarava favorevole all'intervento Nato in Bosnia come risolutore del conflitto, posizione contestata da quasi tutti i presenti al dibattito.
Aspramente criticata anche Rifondazione Comunista che sulla questione della Nato, come su quella della "nuova militarizzazione" che sta interessando la nostra penisola e in particolare la nostra regione (Friuli), ha assunto un'atteggiamento poco chiaro e alquanto contraddittorio (atteggiamento emerso anche in altre precedenti occasioni, vedi adesione dell'Italia all'Europa di Maastricht, stato sociale, ecc.): da una parte, partito di governo, quindi in linea con gli obiettivi programmatici dell'Ulivo, e dall'altra, partito di opposizione con il fine di cavalcare i movimenti di opposizione nati dal basso. Atteggiamento che tradotto nella pratica fa emergere in modo evidente la contraddittorietà delle posizioni di R.C. rispetto al "progetto Aviano 2000": Il partito di Bertinotti si è sempre dichiarato contrario all'Alleanza Atlantica (sono di questi giorni le dichiarazioni sulla stampa di Bertinotti contro la Nato), ma, nel caso specifico di Aviano (dove governa una giunta di R.C.), la sezione locale di R.C. sostiene una posizione di non contrarietà al "progetto Aviano 2000".
Il convegno di Pordenone è stato un primo risultato nel tentativo di porre all'attenzione del dibattito nazionale una questione così importante come l'adesione dell'Italia alla Nato e le conseguenze di questa adesione sul territorio nazionale in vista del nuovo contesto geo-politico venutosi a creare con la fine del bipolarismo. Questione troppe volte sottovalutata dalla stampa nazionale – con la complicità della stampa di sinistra (Manifesto, Avvenimenti, ecc.) – e che oggi, al fine di far passare in sordina scelte politico-militari di portata internazionale (vedi espansione ad est della Nato), è trattata quasi esclusivamente come fosse una notizia di cronaca locale.
In questo senso è stata avanzata la proposta di una giornata nazionale contro tutte le basi militari, proposta condivisa da tutti i partecipanti al convegno. Altra proposta importante, anche questa negli obiettivi degli organizzatori, e che i compagni presenti al convegno hanno accolto favorevolmente, la costituzione di una rete antimilitarista tra tutti i comitati sorti in questi ultimi mesi nelle diverse località dove la presenza militare si è fatta più massiccia, che permetta di migliorare l'efficacia degli sforzi senza dar luogo a centralizzazioni, divergenze o marginalizzazioni. Entrambe le due proposte vedranno la loro realizzazione con la riunione del 31 gennaio a Firenze presso il Centro Popolare Autogestito come stabilito in sede di convegno.
Il consolidarsi della presenza militare americana sul territorio italiano e la reiterata adesione dell'Italia all'Alleanza Atlantica, così come l'esperienza che i compagni del Comitato unitario contro Aviano 2000 hanno maturato in quest'anno e mezzo di attività, hanno reso indispensabile questo convegno che è stato un importante momento di dibattito nel quale si è tentata una lettura organica e una precisa analisi di quell'insieme di problemi che seguono alla militarizzazione cui è sottoposto un territorio, prima fra tutti la questione relativa all'impatto socio-ambientale. Molto interessante a questo proposito la relazione sui motivi psicologici e pratici della sottomissione di buona parte della popolazione civile ai danni, anche gravi, provocati dalle basi. Il dibattito che ne è seguito ha confermato la necessità di unire le lotta antimilitarista a quella in difesa dell'ambiente e della salute di tutti.
Infine, va ricordato l'ottimo contributo delle donne libertarie sull'ingresso delle donne nell'esercito, che non deve essere considerato né una novità, né tantomeno come un fatto emancipatorio, e sul ruolo gerarchico, violento ed oppressivo dell'esercito.
L'ultimo giorno si è tenuto il previsto presidio davanti ai cancelli della base di Aviano con azioni di disturbo, come il rallentamento del traffico e iniziative quali il trapianto di alcuni alberi nel terreno di fronte alla base. Al presidio hanno partecipato molti compagni che non sono potuti intervenire nei giorni precedenti; l'arrivo di una corriera carica di compagni lombardi ha dato un po' di vivacità alla manifestazione.
Insomma, quella di Pordenone è stata nel suo complesso una buona iniziativa, che pur nei suoi limiti, ha saputo dare dei buoni spunti e potrebbe essere un buon punto di partenza per "gettare le basi" di un nuovo e più forte movimento antimilitarista in Italia.
Lino del Comitato Unitario Contro Aviano 2000