Il comandante della Base: niente rischi per la salute

dal Messaggero Veneto di Venerdì, 21 Settembre 2007
Lo schianto dell’F-16 di Aviano. Controllati gli abiti dei civili. Alle domande tanti «no comment»
Non ci sono problemi per le persone e l’ambiente. A Soramaé di Zoldo Alto, l’aereo militare Usa caduto martedì non ha lasciato conseguenze, al di là del sequestro a tempo indefinito di un’area di 150 metri di diametro attorno al punto di impatto. Le assicurazioni sono state ripetute ieri, a Belluno, nella conferenza presieduta dal prefetto Provvidenza Delfina Raimondo. «Le procedure adottate sono state applicate in via precauzionale e per eccesso di zelo, non per reale necessità», ha spiegato il tenente colonnello Carmelo Di Noto, referente sanitario del 51º stormo di Istrana. «Non ci sono elementi di preoccupazione e pericolo», ha ribadito il comandante dell’aeroporto di Aviano Roberto Sardo.Il timore più grande era legato alla diffusione di idrazina e ieri sono stati confermati gli esiti negativi delle ricerche effettuate sui campioni di aria e acqua prelevati subito dopo l’incidente a cura dei vigili del fuoco di Belluno con attrezzature Arpav. L’idrazina è un fluido tossico, cancerogeno, usato in volo in caso di cali di potenza idraulica ed elettrica. «Il serbatoio di idrazina dell’aereo caduto a Soramaé – ha precisato Di Noto – o è rimasto integro e sarà recuperabile senza rischi o, in caso di rottura, ha liberato il contenuto che è stato bruciato nelle fiamme». L’inchiesta sull’incidente aereo «è nelle mani della magistratura italiana, che conta sull’apporto degli ispettori per la sicurezza di volo dell’aeronautica militare italiana e dell’Us Air force». Gli Usa, ha precisato Sardo, «avvieranno un’inchiesta parallela per accertare eventuali inconvenienti tecnici alla base dello schianto». A Soramaé, intanto, il cordone di sicurezza predisposto dai carabinieri chiude a tutti la “zona rossa” dell’impatto e riserva un’area più ampia agli ingressi dei soli addetti militari.
Con le indagini ai primi passi, dalla conferenza in prefettura sono usciti tanti “no comment”: sui tempi di rimozione dei resti dell’F-16, sul recupero della scatola nera (e su chi ci metterà sopra mani e occhi), sulla sorte (giudiziaria) del pilota Timothy Palmer, gettatosi col paracadute, sul silenzio imposto ai testimoni, sull’attivazione (e il funzionamento) del dispositivo per direzionare il velivolo senza pilota lontano dalle case, sul ricorso di Palmer al motore di riserva alimentato dall’idrazina, sull’armamento dell’apparecchio.

La Sinistra radicale: basta aerei
«Il governo faccia un passo indietro sulla costruzione di nuova basi di guerra come a Vicenza e si impegni a convertire quelle attualmente presenti nel territorio italiano». E’ questa la richiesta di alcuni amministratori friulani e veneti, prevalentemente della Sinistra radicale, rivolta al prefetto di Pordenone, Elio Maria Landolfi, e al presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi. Una delegazione di firmatari della lettera, inoltre, sarà ricevuta lunedì alle 12 dal rappresentante del governo nel Friuli occidentale.
«Noi cittadini che da tanti anni viviamo vicino alla Base di Aviano, con questo ennesimo incidente che fa parte di una lunga lista di altri incidenti imputabili alla presenza di questa Base di guerra nel nostro territorio (jet caduti, pezzi persi per strada, bombe e serbatoi in orti e giardini) oltre alla presenza delle cinquanta testate nucleari, senza dimenticare la tragedia del Cermis – scrivono i firmatari –, esprimiamo una forte e sentita preoccupazione per la sicurezza di tutti i cittadini e cittadine della provincia di Pordenone».
I firmatari esprimono preoccupazione anche «per aver appreso della richiesta da parte dei carabinieri e dei militari americani di far firmare un documento all’uomo che ha incontrato il pilota statunitense sulla strada, perché non riveli nulla sull’accaduto». Maggiore sicurezza, quindi, stop a nuove basi e riconversione di quelle esistenti.
Tra i firmatari, i sindaci Luciano De Biasio e Antonio Zambon, Pinzano e Budoia, gli assessori Valentino De Piante e Francesca Trinco, Aviano e Sacile, Mario Alzetta, consigliere provinciale, i consiglieri comunali di Pordenone, Orazio Cantiello e Monia Giacomini, i consiglieri regionali Pio De Angelis, Alessandro Metz e Bruna Zorzini Spetic, amministratori veneti e triestini, e altre sigle come il Presidio permanente contro la costruzione della nuova Base Usa di Vicenze, l’Ubik Lab di Ponzano, l’Associazione difesa lavoratori, Ya Basta e la Casa delle Culture di Trieste, il Centro sociale clandestino di Gorizia e altri pacifisti quali Gianluigi Bettoli, Martina Mazzoran, Michele Negro, Bepi Rizzardo e Tiziano Tissino.
Sull’incidente di martedì interviene anche il Cuca, il Comitato unitario contro Aviano 2000 che, attraverso una nota, ha ricordato che «questi sono i costi che siamo costretti a pagare per subire la presenza sul nostro territorio di una struttura militare che è diventata la più importante base nucleare d’Europa e che è lì a ricordarci il rapporto di sudditanza dell’Italia alla politica estera degli Stati Uniti». E chiude: «E’ tempo di manifestare la nostra ostilità allo scempio di territori usati come servitù militari».

Intanto le autorità bellunesi rassicurano sull’allarme inquinamento. Ma la bonifica dell’area durerà un mese
F-16 caduto, sindaci dal prefetto
I firmatari della petizione anti-base inviata a Prodi saranno ricevuti lunedì
Lunedì prossimo a mezzogiorno il prefetto Elio Maria Landolfi riceverà una delegazione dei firmatari (tra cui anche alcuni sindaci) che hanno sottoscritto la lettera inviata anche al Presidente del Consiglio, Romano Prodi, dopo la caduta dell'F-16 precipitato l'altro giorno in val di Zoldo nel bellunese.
Intanto la prefettura di Belluno rassicura sull'allarme idrazina. Pero chi è entrato nella "zona rossa", l'area su cui è precipitato l'F16 americano, ha dovuto consegnare abiti, calzature e attrezzature utilizzati la sera di martedì scorso. Gli oggetti, dopo essere stati analizzati verranno probabilmente distrutti. Intanto i carabinieri continuano a vigilare lungo il perimetro dell'area sotto sequestro a Soramaè. I controlli continueranno finché non saranno terminate le operazioni, condotte dall'aeronautica americana, di recupero dei pezzi del caccia e della successiva bonifica, che verrà eseguita a spese degli Usa. Dalle scorte alimentari e dalle prenotazioni relative al posto in cui alloggiare gli americani prevederebbero di fermarsi almeno un mese. Intanto prosegue l'indagine della Procura di Belluno, con la collaborazione dell'aeronautica italiana, che dovrà verificare le eventuali responsabilità del pilota, Timothy Palmer di 36 anni, indagato con diverse ipotesi di reato a partire da quella di disastro aviatorio colposo.
Ieri, in una conferenza stampa in Prefettura, i rappresentanti dei diversi corpi coinvolti nelle operazioni, hanno fatto il punto sulla situazione, rassicurando la cittadinanza sulla mancanza assoluta di rischi per la salute pubblica. La tossica e cancerogena idrazina (presente sull'aereo da uno a due litri) non è stata rilevata nell'ambiente, conferma l'Arpav. Potrebbe essersi volatilizzata nell'incendio sviluppatosi al momento dell'impatto al suolo o essere ancora sigillata nei bombolini, è la spiegazione di Di Noto e di Roberto Sardo, comandante della base di Aviano. «Continuano le operazioni di bonifica da parte dei militari americani – ha precisato il prefetto – ed è tutto sotto controllo».
Tornando alla lettera "pordenonese" veniva indicata la preoccupazione che fatti del genere possano accadere anche in provincia di Pordenone con tutti i rischi connessi. A sottoscrivere la missiva una cinquantina di amministratori e referenti politici (gran parte della sinistra) delle province di Pordenone, Treviso e Belluno. Ecco i firmatari: Luciano De Biasio (sindaco di Pinzano), Antonio Zambon (sindaco di Budoia) Valentino De Piante (assessore Comune di Aviano), Francesca Trinco (assessora Comune di Sacile), Mario Alzetta (consigliere provinciale di Pordenone), Stefano Mestriner (Consigliere Provinciale di Treviso) Orazio Cantiello (Consigliere comunale di Pordenone), Monia Giacomini (consigliera comunale di Pordenone), Susanna Lazzarato (Consigliera Comunale di Meduna di Livenza), Alfredo Raccovelli (Consigliere Comunale di Trieste), Pio De Angelis (Consigliere Regionale Prc Friuli Venezia Giulia), Alessandro Metz (Consigliere Regionale Verdi Friuli Venezia Giulia), Bruna Zorzini Spetic (Consigliera Regionale Pdci Friuli Venezia Giulia), Nicola Atalmi (Consigliere Regionale PdcI Veneto), Gianfranco Bettin (Consigliere Regionale Verdi Veneto), Pietrangelo Pettenò (Consigliere Regionale Prc Veneto), Alberto Bacco (Segreteria Provinciale PdcI di Pordenone), Stefano Mantovani (Portavoce Provinciale Federazione Verdi di Pordenone), Laura Sartori (Segretaria Provinciale Prc di Pordenone), Mauro Bussani (Presidente Federazione Verdi di Gorizia), Paride Danieli (Portavoce Provinciale Verdi di Treviso), Gianni Pizzati (Coordinatore Regionale Federazione Verdi Friuli V.G.), Cinzia Bottene (Presidio Permanente contro la costruzione della nuova Base Usa di Vicenza), Ubik Lab di Ponzano (Tv), Associazione Difesa Lavoratori (federata Rdb) di Monfalcone, Associazione Difesa Lavoratori (federata Rdb) di Treviso, Associazione Ya Basta di Trieste, Casa delle Culture di Trieste, Centro Sociale Clandestino di Gorizia, Gianluigi Bettoli, Martina Mazzoran, Michele Negro, Bepi Rizzardo e Tiziano Tissino.

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