F-16 precipitato, il giallo del botto

dal Gazzettino di Lenedì, 8 Ottobre 2007
Alcuni testimoni parlano di un "tuono" prima di vedere il caccia cadere. L’indagine esclude l’attentato
«Sebbene si sia appena agli inizi dell'indagine, possiamo escludere l'ipotesi di un atto terroristico». Questo è quanto riferiscono a "Stars and Stripes" i portavoce della Base Usaf di Aviano in riferimento all'F-16 (in forza al 31esimo Fighter Wing pedemontano) schiantatosi sul suolo bellunese il 18 settembre scorso. Intanto, tutto intorno all'area dell'impatto è stato eretto un recinto di limo e sabbia ("silt fence"), una misura cautelativa atta a minimizzare fenomeni di erosione del terreno.Una volta che la magistratura italiana avrà dato il nulla osta per la rimozione dei rottami, la zona dovrà essere bonificata. Se sul fronte delle indagini ancora nulla trapela, interessante è analizzare le dichiarazioni dei testimoni. Questi sono tutti concordi nel riferire che, prima dell'avvistamento del caccia in caduta libera, è stato distintamente udito un violento boato. Scartata l'ipotesi di un fulmine (nessuno l'ha interpretato come tale) il botto potrebbe essere stato originato dalle cartucce esplosive del seggiolino eiettabile (attraverso il quale il pilota si è paracadutato, mettendosi in salvo) o dall'accensione della turbina ausiliaria d'emergenza del jet. Quest'ultima viene azionata (in caso di piantata del motore) ricorrendo all'idrazina, una speciale miscela esplosiva che ha come residuo ammoniaca. Il funzionamento dell'apparato d'emergenza genererebbe un boato simile a una fucilata e della durata pressoché istantanea. Ogni F-16 è dotato di un serbatoio contenente circa 31 litri di idrazina, un liquido infiammabile, tossico e ad alto rischio ambientale. In caso di ricorso alla turbina ausiliaria o di perdita al serbatoio dell'idrazina, occorre circoscrivere e bonificare l'area attorno all'F-16 per un raggio di 300 metri, assicurandosi che la perdita non vada a interessare falda o acquedotto.
Dario Furlan

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