Elicottero caduto, c’è l’inchiesta militare (rassegna stampa)

dal Messaggero Veneto di Domenica, 11 Novembre 2007
Resi noti i nomi delle vittime, mentre si litiga su chi sia competente a indagare
LA TRAGEDIA DI SANTA LUCIA
Alcuni dei deceduti s’erano già integrati in Base I parenti di due avieri non sanno ancora nulla
Il comandante Usa: «Grazie ai soccorritori» Il servizio funebre spostato a giovedì prossimo
di ENRI LISETTO
Sono stati rinviati a giovedì, nella Base di Aviano dove le bandiere sono tuttora a mezz’asta, i funerali dei sei militari americani morti nell’incidente aereo di giovedì a Santa Lucia di Piave, martedì alle 10 sarà invece osservato un minuto di silenzio. La procura militare di Padova ha aperto un fascicolo d’inchiesta; le autorità americane hanno resi noti 9 nomi degli 11 membri dell’equipaggio del “falco nero”.Il 31° Fighter wing, di stanza ad Aviano, e il comando dell’Us Army, con sede a Heidelberg, in Germania, hanno reso noti nove nomi degli undici componenti l’equipaggio del Black Hawk precipitato poco dopo mezzogiorno di giovedì sul greto del Piave a Santa Lucia. L’incidente aereo, come spiega una nota dell’United States Army Europe, resta «oggetto di indagine».
Il 31° di Aviano paga il tributo di sangue più alto: 4 morti e tre feriti; il 214° reggimento di Heidelberg conta 2 morti e 2 feriti (di questi ultimi due non è stata resa nota l’identità in quanto non sono state completate le procedure di informazione dei parenti più prossimi).
I deceduti del 31° Fw di Aviano sono il capitano Cartize B. Durham, 30 anni, comandante di volo ad Aviano dal giugno 2006, i sergenti Robert D. Rogers, 27 anni, ad Aviano dal maggio 2005, e Mark A. Spence, 24 anni, in Base dal gennaio 2004, entrambi capisquadra tecnici delle rilevazioni elettroniche in volo, e l’aviere esperto Kenneth P. Hauprich junior, 22 anni, ad Aviano dal 2005. I feriti, tuttora ricoverati negli ospedali veneti, di stanza nella Base pedemontana sono invece il sergente Tanisha A. Pryor e gli avieri esperti Michael J. Costley e Joshua A. Hanak.
I morti dell’Us Army sono i trentunenni capitano Christian P. Skoglund e il maresciallo ordinario David Angelo Alvarez. Entrambi erano piloti del primo battaglione del 214° reggimento dell’aviazione statunitense. Skoglund, nato in Wisconsin, sposato, era in servizio dal 2000; Alvarez, originario, della California, era in servizio dal 1994. Entrambi erano stati assegnati all’unità da 15 mesi.
Sul fronte delle indagini, la procura militare di Padova ha aperto un fascicolo con la dizione «atti relativi» per accertare, secondo quanto appreso, «che alla Base di Aviano siano state rispettate le procedure autorizzative al volo e al sorvolo». Come noto, l’Uh60 stava compiendo una missione di routine addestrativa.
Infine il generale di brigata Craig Franklin, comandante del 31°Fw, ha elogiato il lavoro dei soccorritori: «L’aiuto della comunità italiana è stato essenziale, i soccorritori dei vigili del fuoco e i quattro ospedali della zona hanno messo in campo ogni misura possibile per aiutare i nostri uomini».

Banchetti di protesta e solidarietà
OPINIONI DIVERSE
Banchetti di protesta e attestati di solidarietà, le due facce della “medaglia italiana” andata in scena ieri. Il Comitato unitario contro Aviano 2000 e il comitato “Via le bombe” hanno tenuto un sit-in in piazzetta Cavour dove hanno anche raccolto firme contro la presenza delle atomiche nella Base pedemontana. “Liberitalia”, invece, ha espresso «cordoglio e rispetto» nei confronti di familiari e commilitoni dei militari caduti nell’adempimento del loro dovere.
Il sit-in pacifista ha messo in evidenza le questioni della presenza delle atomiche ad Aviano, quella dell’uranio impoverito e ha proposto la conversione della Base. “Liberi di r-esistere” e “Via le bombe” sono stati alcuni degli slogan affissi su manifesti e banchetti contornati da bandiere arcobaleno. «La popolazione friulana – spiega una nota – ha imparato a proprie spese gli effetti deleteri della militarizzazione forzata delle proprie terre».
Liberitalia, invece, attraverso una nota informa che «deploriamo quanti, sia singolarmente sia attraverso partiti ed associazioni traggono in queste ore spunto per indecorose polemiche ed atti e manifestazioni strumentali a carattere elettorale». Sergio De Biasio conclude sostenendo che «questi atteggiamenti – oltre all’intrinseca offesa verso i feriti e i caduti nonché al dolore dei familiari – non serviranno a guadagnare la causa di riconquista della sovranità nazionale». (e.l.)

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