Disastro aereo, l’elenco delle vittime (rassegna stampa)

dal Gazzettino di Domenica, 11 Novembre 2007
Tutti militari Usa tra i 22 e i 31 anni. La cerimonia commemorativa giovedì in base ad Aviano
Sono tutti giovani tra i 22 e i 31 anni i sette militari morti giovedì mattina nel disastro aereo che ha avuto quale teatro il greto del Piave. Nell’elicottero Black Hawk, decollato dalla base di Aviano per un volo addestrativo, sono deceduti quattro militari dell’Air Force, assegnati al 31. Fighter Wing di stanza ad Aviano. Si tratta del capitano Cartize B. Durham, 30 anni, responsabile dello smistamento del materiale per il volo, entrato nell’aeronautica statunitense nel 1995 e ad Aviano dal giugno 2006; del sergente Robert D. Rogers, 27 anni, capo controllo radar, entrato in servizio nel 2001 e ad Aviano dal maggio 2005; del sergente Mark A. Spence, 24 anni, anch’egli capo controllo radar, entrato in servizio nel 2003 e arrivato ad Aviano nel gennaio 2004, e infine dell’aviere semplice Kenneth P. Hauprich, che faceva parte del team del controllo radar. Tre i feriti del 31esimo: il sergente Tanisha A. Prior, e gli avieri Michael J. Costley e Joshua A. Hanak che sono ricoverati in ospedale a causa delle loro condizioni.
Due sono invece le vittime dell’Us Army (l’esercito), della G. Company, 52. Regiment, di stanza a Heidelberg, in Germania: il capitano Christian P. Skoglund, 31 anni, sposato, in servizio dal 2000 e alla G Company da 15 mesi, e il sergente maggiore David Angelo F. Alvarez, 31 anni, sposato, in servizio dal 1994 e alla G Company da 15 mesi.
«Siamo sconvolti da questa tragedia – ha detto il brigadier generale Craig Franklin, comandante del 31. Fighter Wing – e i nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alle famiglie, agli squadroni e agli amici di coloro che hanno perso la loro vita e di coloro che sono ricoverati negli ospedali». Il generale FRanklin ha anche elogiato gli sforzi dei soccorsi italiani nel rispondere all’emergenza. «Il supporto della comunità italiana è stato incredibile – ha detto – La risposta all’emergenza da parte dei vigili del fuoco e dei quattro ospedali intervenuti sul luogo del disastro è stata immediata e ha messo in moto tutti gli strumenti possibili per aiutare i nostri uomini». E sempre ieri, con una nota ufficiale, il comando del 31. Fighter Wing ha reso noto che giovedì 15 novembre, nella base aerea di Aviano si svolgerà una cerimonia per commemorare i sei morti nel disastro aereo.
Intanto la Procura militare di Padova ha aperto un fascicolo sull’incidente che ha provocato lo schianto dell’elicottero Black Hawk. La magistratura militare italiana intende così accertare che nella base di Aviano siano state rispettate tutte le procedure che autorizzative al volo e al sorvolo. L’utilizzo da parte dell’Air Forse statunitense della base è regolato da un accordo bilaterale tra i due governi. Ma la base avianese è una struttura militare italiana, come lo è il comando, e quindi i piani di volo dipendono dal personale italiano dell’aeroporto Pagliano e Gori.Susanna Salvador

Disastro aereo, l’elenco delle vittime
Tutti militari Usa tra i 22 e i 31 anni. La cerimonia commemorativa giovedì in base ad Aviano
Sono tutti giovani tra i 22 e i 31 anni i sette militari morti giovedì mattina nel disastro aereo che ha avuto quale teatro il greto del Piave. Nell’elicottero Black Hawk, decollato dalla base di Aviano per un volo addestrativo, sono deceduti quattro militari dell’Air Force, assegnati al 31. Fighter Wing di stanza ad Aviano. Si tratta del capitano Cartize B. Durham, 30 anni, responsabile dello smistamento del materiale per il volo, entrato nell’aeronautica statunitense nel 1995 e ad Aviano dal giugno 2006; del sergente Robert D. Rogers, 27 anni, capo controllo radar, entrato in servizio nel 2001 e ad Aviano dal maggio 2005; del sergente Mark A. Spence, 24 anni, anch’egli capo controllo radar, entrato in servizio nel 2003 e arrivato ad Aviano nel gennaio 2004, e infine dell’aviere semplice Kenneth P. Hauprich, che faceva parte del team del controllo radar. Tre i feriti del 31esimo: il sergente Tanisha A. Prior, e gli avieri Michael J. Costley e Joshua A. Hanak che sono ricoverati in ospedale a causa delle loro condizioni.
Due sono invece le vittime dell’Us Army (l’esercito), della G. Company, 52. Regiment, di stanza a Heidelberg, in Germania: il capitano Christian P. Skoglund, 31 anni, sposato, in servizio dal 2000 e alla G Company da 15 mesi, e il sergente maggiore David Angelo F. Alvarez, 31 anni, sposato, in servizio dal 1994 e alla G Company da 15 mesi.
«Siamo sconvolti da questa tragedia – ha detto il brigadier generale Craig Franklin, comandante del 31. Fighter Wing – e i nostri pensieri e le nostre preghiere vanno alle famiglie, agli squadroni e agli amici di coloro che hanno perso la loro vita e di coloro che sono ricoverati negli ospedali». Il generale FRanklin ha anche elogiato gli sforzi dei soccorsi italiani nel rispondere all’emergenza. «Il supporto della comunità italiana è stato incredibile – ha detto – La risposta all’emergenza da parte dei vigili del fuoco e dei quattro ospedali intervenuti sul luogo del disastro è stata immediata e ha messo in moto tutti gli strumenti possibili per aiutare i nostri uomini». E sempre ieri, con una nota ufficiale, il comando del 31. Fighter Wing ha reso noto che giovedì 15 novembre, nella base aerea di Aviano si svolgerà una cerimonia per commemorare i sei morti nel disastro aereo.
Intanto la Procura militare di Padova ha aperto un fascicolo sull’incidente che ha provocato lo schianto dell’elicottero Black Hawk. La magistratura militare italiana intende così accertare che nella base di Aviano siano state rispettate tutte le procedure che autorizzative al volo e al sorvolo. L’utilizzo da parte dell’Air Forse statunitense della base è regolato da un accordo bilaterale tra i due governi. Ma la base avianese è una struttura militare italiana, come lo è il comando, e quindi i piani di volo dipendono dal personale italiano dell’aeroporto Pagliano e Gori.Susanna Salvador

L’INTERVISTA
L’ex pilota: «Ho letto le testimonianze, non c’era niente da fare»
Il teorema del buon elicotterista: più dimunisce la quota, più deve aumentare la velocità. «È quella che in gergo viene definita "curva della morte"», spiega Maurizio De Stefani. Quella curva letale, potrebbe aver superato il Black Hawk statunitense schiantatosi sul greto del Piave.
Moglianese, trapiantato in Friuli, De Stefani, generale degli Alpini in congedo, pilota di elicotteri, ha all’attivo 6.300 ore di volo, quasi tutte in missioni operative, alcune anche in zona di guerra, essendo stato vicecomandante (nel 1980-81) e poi comandante (nel 1994) del contingente italiano in Libano. Ha guidato il battaglione Vicenza, il 25. Cigno e il 5. reggimento di aviazione dell’esercito "Rigel" di Casarsa, allora il principale reparto di elicotteri delle forze armate italiane.
Generale, ha sentito dell’elicottero precipitato sul Piave?
«Sì, ho visto anche qualche immagine in televisione».
Cosa potrebbe essere successo?
«Naturalmente senza elementi precisi, non si può esprimere alcun giudizio. In linea generale, posso dire che statisticamente il 90% degli incidenti avviene per un errore umano e il 10% per guasti tecnici. O meglio, si verifica una concomitanza di cause: un problema tecnico a cui segue una correzione non adeguata».
Sembra che l’equipaggio si addestrasse allo sbarco.
«La zona del Piave si presta: non è attraversata da cavi»
È un’operazione rischiosa?
«Le manovre vicino a terra, a velocità ridotta, sono le più difficili: non c’è margine per recuperare. Le condizioni di sicurezza prevedono altezza elevata e bassa velocità o, viceversa, scarsa quota ed elevata velocità. Tanto è vero che, in fase di decollo, la prima cosa da fare è prendere velocità».
I testimoni raccontano di aver visto l’elicottero cadere avvitandosi su se stesso.
«Significherebbe che si è rotta la trasmissione di coda. È la situazione peggiore: non c’è procedura idonea a ristabilizzare l’apparecchio».
Potrebbe essere che il velivolo, compiendo una stretta virata, abbia urtato il terreno con l’elica?
«Mah, non credo perchè quella è una manovra tipica del volo tattico, ovvero il volo a bassa quota, al di sotto della punta degli alberi, per avvicinarsi ad un obiettivo senza farsi individuare dai radar, in cui si procede ad alta velocità, con ampi zig zag, sfruttando una sorta di tunnel. E non mi pare questo il caso. Ma c’è pure un altro fattore di cui spesso non si tiene conto».
Quale?
«Un malore del pilota. È vero, c’è il co-pilota, ma il passaggio non è immediato e, a pochi metri da terra, perdere il controllo è questione di attimi».
Gli elicotteri attuali sono mezzi affidabili?
«Senza dubbio: tanto per cominciare, ormai sono almeno bimotore. Resta il fatto che si tratta di macchine appese ad un rotore: tecnicamente più pericolose anche di un aereo perchè più complesse, dunque con più rischio di avarie ed errori».
In carriera, si è confrontato con i colleghi statunitensi?
«Hanno piloti di alto livello. Non bastano le capacità e la preparazione tecnica, serve l’esperienza. E gli americani ne hanno forse più di tutti, potendo accumulare molte ore di volo, perchè sono, per così dire, ricchi».
Lei è mai stato coinvolto in qualche incidente?
«Certo, ne ricordo uno a Piancavallo, con un G3, quel modello con la cabina a forma di palla di vetro e la coda a traliccio. Stavo decollando, o meglio ho cercato di decollare, perchè, forse per un calo di potenza, l’apparecchio non si alzato a sufficienza. Sono riuscito a trascinarlo nel cortile di un casolare, ma la coda è rimasta agganciata alla barriera che recintava l’edificio».
Mattia Zanardo

A PROTESTA
Manifestazione contro le basi
Sit-in antimilitarista ieri pomeriggio in piazzetta Cavour. Organizzata dal comitato Via le bombe e dal Comitato unitario contro Aviano 2000, la manifestazione aveva lo scopo d’informare sulle armi di distruzione di massa e raccogliere firme per la sottoscrizione delle leggi di iniziativa popolare "Un futuro senza atomiche" e "No basi no guerra"

AIR FORCE
Cartize B. Durham, 30 anni, capitano, responsabile dello smistamento del materiale per il volo, entrato nell’aeronautica statunitense nel 1995 e ad Aviano dal giugno 2006.
Robert D. Rogers, 27 anni, sergente, capo controllo radar, entrato in servizio nel 2001 e ad Aviano dal maggio 2005.
Mark A. Spence, 24 anni, sergente, anch’egli capo controllo radar, entrato in servizio nel 2003 e arrivato ad Aviano nel gennaio 2004.
Kenneth P. Hauprich, aviere semplice, che faceva parte del team del controllo radar.
US ARMY
Christian P. Skoglund, 31 anni, capitano, in servizio dal 2000 e alla G Company da 15 mesi.
David Angelo F. Alvarez, 31 anni, sergente maggiore, in servizio dal 1994 e alla G Company da 15 mesi.

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