Uranio impoverito e morti sospette Il Dandolo è di nuovo sotto accusa

dal Messaggero Veneto di Domenica, 25 Nvembre 2007
Maniago. Interrogazione al ministro della Difesa a quindici anni dal decesso di un 22enne: «La famiglia attende risposte»
MANIAGO. Poligono militare del Dandolo a Maniago, uranio impoverito, contaminazione: sono queste le parole tornate ad aleggiare minacciose, dopo anni, nel palazzo romano del ministero della Difesa (la prima denuncia arrivò nel 1997 dall’onorevole pordenonese Edouard Ballaman). Al ministro, Arturo Parisi, nella seduta della Camera del 7 novembre è stata presentata un’interrogazione da parte dei deputati mantovani Ruggeri e Burchiellaro, con la quale si punta a riaprire il capitolo Dandolo.Nell’interrogazione si fa riferimento alle circostanze che portarono alla morte, nel 1993, del ventiduenne Alessandro Garofolo, dopo il servizio di leva nella struttura militare maniaghese. Un decesso provocato dal linfoma di Hodgkin che, sospettano i familiari dello scomparso, il giovane militare di leva potrebbe aver contratto nelle operazioni di bonifica del poligono.
«Sono trascorsi quindici anni dalla morte di Alessandro Garofolo e la famiglia è stata presa in giro da tutti i Governi succedutisi e dalle varie autorità a cui si sono appellati per sapere la verità, senza mai avere alcuna risposta – si legge nell’interrogazione – Sembra una verità scontata, ma proprio il silenzio sulla morte di Alessandro è uno sconforto e una disperazione ormai insostenibili per la famiglia Garofolo e per Mantova». Alessandro Garofolo era nato nel 1970 a Porto Mantovano di Mantova. Come geniere aveva prestato servizio militare di leva nella 132ª Brigata corazzata Ariete, tra il 4 giugno del 1990 e il 9 maggio del 1991. Congedato nel maggio 1991, si ammalò pochi mesi dopo di linfoma di Hodgkin, una forma di leucemia gravissima che si riscontra sovente nei militari a contatto con munizionamento in cui è presente uranio impoverito (utilizzato, come ufficialmente ammesso, anche dalle forze Nato nei Balcani).
Lo scoppio del “caso” uranio impoverito e le operazioni di bonifica che Alessandro effettuò al Dandolo, alimentarono il sospetto nella famiglia Garofolo. «Alessandro Garofolo non è mai stato in Bosnia – si puntualizza nell’interrogazione – Era geniere guastatore, e ha fatto il servizio militare anni prima dell’operazione Deny Flight. Ma a Maniago c’è il poligono di Dandolo e Alessandro vi andava per missioni di bonifica e sgombero dopo le esercitazioni. Al poligono, nel 1990, durante la prima guerra del Golfo, gli aerei anticarro americani A10 provavano le traiettorie di tiro, utilizzando munizionamento particolare a uranio impoverito. Il soldato mantovano, facendo parte del genio militare, addetto alla bonifica, dovette al termine delle esercitazioni sgomberare il poligono dai residui, come citato nei suoi atti di servizio».
Il velo sul “problema Dandolo” fu squarciato per la prima volta da Ballaman. Nel 2002 il sostituto procuratore della Repubblica di Pordenone, Federico Facchin, archiviò con un nulla di fatto l’inchiesta sull’impiego di armi all’uranio impoverito nel poligono. Ora da Mantova vogliono riaprire il caso. «Si chiede – conclude il documento indirizzato a Parisi – quali misure voglia assumere, con urgenza, per appurare definitivamente la verità sulla morte di Alessandro Garofolo, per fare almeno e comunque un doveroso contatto umano e civico fra lo Stato, per cui è morto Alessandro, e la famiglia Garofolo, e per provvedere conseguentemente e giustamente a un morale e decoroso risarcimento».
Davide Francescutti

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