Osservatorio delle scie chimiche davanti alla Base

dal Messaggero Veneto di Sabato, 15 Dicembre 2007
Il presidente del Codacons: verificheremo se gli aerei disperdono nell’ambiente sostanze metalliche che, inalate nella gola e nei polmoni, potrebbero causare tumori
Vitto Claut fa piazzare una roulotte di fronte all’aeroporto di Aviano per ospitare ricercatori internazionali
Nasce il centro “mobile” per lo studio delle scie chimiche e nasce proprio davanti alla base di Aviano.Il presidente del Codacons, Vitto Claut, da ieri ha fatto sistemare una roulotte in un terreno davanti alla struttura militare che ospiterà gli esperti che arriveranno da varie parti d’Italia e non solo per studiare il fenomeno e rilevarne l’eventuale presenza. Le scie chimiche sono scie «composte da sostanze chimiche nebulizzate nell’aria tramite sistemi di irrorazione montati su aeroplani che non appartengono al normale traffico aereo». La loro diversità è visibile a occhio nudo perchè non si dissipano in pochi secondi o minuti, ma permangono nel cielo espandendosi. «Sono stati fatti studi in tutta Italia – dice Claut – che mostrano la presenza di queste scie rilasciate da aerei militari. Disperdono nell’ambiente sostanze metalliche (alluminio e bario) che inalate nella gola e nei polmoni sono causa di tumori. Siamo convinti che questo fenomeno esista anche da noi perché la nostra provincia ha un tasso di malattie elevatissimo».
Il camper, che riceverà chiunque si interessi al fenomeno e voglia dare il suo contributo, rimarrà nell’area un anno. «Ritengo che il tempo per fare la nostra ricerca non possa essere inferiore» spiega Claut. Il presidente del Codacons ha tenuto diversi incontri in giro per l’Italia con altre persone che dentro e fuori la regione stanno lavorando per creare maggiore informazione sul tema. Il gruppo di lavoro che si è così creato ora si occuperà dell’area di Aviano. «Siamo disponibili anche ad analizzare il carburante degli aerei qualora la base voglia collaborare in questa attività di studio – rilancia Claut – e speriamo in una collaborazione da parte delle istituzioni». Il legale a inizio anno aveva anche presentato un esposto alla procura della Repubblica di Pordenone. A livello nazionale sono state presentate anche interrogazioni parlamentari sul tema, ma non hanno prodotto risultati. «Lo Stato – dice Claut – dovrebbe tutelare la nostra salute come previsto dalla Costituzione e invece moriamo perché proprio lo Stato non ci tutela. Non posso accettare passivamente una cosa del genere».
Martina Milia

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