«Bombe atomiche a Ghedi e Aviano» dagli Usa la prima conferma ufficiale

da Epolis Milano di Lunedì, 16 Giugno 2008
Difesa. Diffusi i manuali della Us Air Force sulle procedure di sicurezza nella basi dotate di «testate nucleari»
Capita. Nella fretta di scendere, di afferrare al volo una coincidenza, chi non si è mai scordato una borsa, un cappotto, un portafogli in aereo? Il problema però è che i vertici dell’aeronautica militare americana a bordo di un B52 si era dimenticati sei testate atomiche.
E l’inconsapevole equipaggio, dalla base statunitense Minot (New Delaware) quelle bombe se l’è portate in volo per un giorno e mezzo fino alla scoperta del pasticcio. Il capo di Stato maggiore dell’Us Air Force, generale T. Michael Mosley, ha perso il posto e nel baillame è arrivata anche la pubblicazione di una serie di documenti ufficiali e riservati: carte delle forze armate Usa le quali, per la prima volta, confermano ufficialmente la presenza di bombe atomiche nelle basi italiane di Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone).Tra il 2005 e il 2007 due diversi studi di un istituto (il Natural Resources Defense Council) avevano dato basi al fatto che gli Stati Uniti conservassero in Italia una novantina di missili dotati di testate nucleari, di potenza decine di volte maggiore di quella di Hiroshima. Ma si trattava di un’agenzie privata, non del Governo degli Stati Uniti. In seguito al terremoto ai vertici dell’Air Force, tra la fine di maggio e i primi di giugno, sono stati resi noti due manuali destinati alle basi militari in Europa dove sono stoccati gli ordigni nucleari e al personale che ne cura la sicurezza. Il loro titolo è “Nuclear Surety Staff Assistance Visit and Functional Expert Visit Program Management”. Illustrano le procedure che i tecnici atomici e i comandanti devono seguire per garantire la sicurezza delle testate e per prepararsi alle severe ispezioni che, con ufficiali provenienti dagli Usa, avvengono ogni sei mesi. I due manuali sono il primo del 2005 e il secondo del 2007. Ciascuno di essi indica le basi aeree dove le bombe atomiche sono pronte all’uso e dove, di conseguenza, i team di esperti svolgono i controlli due volte l’anno. Entrambi gli elenchi (nel documento 2007 ripetuto alle pagine 3 e 11) riportano i nomi di «Ghedi» e «Aviano», insieme ad altre installazioni: Kleine Brogel in Belgio, Buchel in Germania, Volkel in Olanda, Lakeneath in Gran Bretagna e Incirlik in Turchia. La lista del 2005 comprendeva anche le basi tedesche di Ramstein e Spangdahlem: strutture escluse dalle ispezioni nel documento del 2007, ultimo disponibile perché l’aggiornamento delle procedure da parte della Us Air Force avviene ogni due anni. Le bombe sono del tipo “B61 Gravitiy Bombs” e vengono sganciate dagli aerei.
Secondo lo studio delle liste svolto dagli analisti della Fas, federazione degli scienziati americani, la riduzione delle testate nucleari statunitensi in Germania e la costante presenza, invece, in Italia e Turchia dimostra come l’asse strategico di difesa-offesa delle forze Usa in Europa si stia spostando verso il Mediterraneo e il Medio Oriente: mentre alla deterrenza contro la Russia provvederà il sistema di missili (convenzionali) in allestimento nei Paesi Nato dell’Europa orientale.

I numeri: tra 24 e 40 gli ordigni in ogni aeroporto
Gli esperti
E’ difficile stabilire con certezza il numero di testate nucleari mantenute a Ghedi e Aviano. Gli analisti di affari militari americani stimano tra venti e quaranta la quantità di ordigni normalmente assegnati alle basi dell’Us Air Force in Europa: un calcolo che dunque dovrebbe valere anche per le installazioni italiane. Nel documento ufficiale del 2007 si indica invece con precisione la composizione del team di ispettori che deve periodicamente visitare ciascun sito atomico europeo: i tecnici che devono preparare i controlli sono 24 per Ghedi e 31 per Aviano, mentre la valutazione vera e propria dello stato di conservazione delle testate,  del rispetto delle procedure di sicurezza e delle regole per l’impiego viene svolta da 15 super esperti a Ghedi e da 16 ad Aviano. La differenza dipende da numero e tipo delle armi atomiche dislocate nelle due basi.

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