«Giudici italiani, giù le mani dalla Base»

dal Messaggero Veneto di Mercoledì, 9 luglio 2008
Governo americano – pacifisti italiani, in gergo calcistico, il primo tempo della partita è finito 1-0. La procura della Cassazione, infatti, ieri ha sostenuto, nella sua requisitoria, che la Base di Aviano non si tocca.La permanenza della struttura militare, nella quale sono depositate 40 bombe atomiche, non può essere messa in discussione «in nome della scelta antinucleare dell’Italia e del rischio per le popolazioni locali». Lo sostiene la procura, rappresentata da Pasquale Ciccolo, nella sua requisitoria all’udienza svoltasi a porte chiuse a Roma. I giudici dovranno decidere se accogliere o meno il ricorso di cinque pacifisti di Pordenone – Tiziano Tissino, Giuseppe Rizzardo, Michele Negro, Carlo Meyer e Monia Giacomini – patrocinati dagli avvocati Filippo Trippanera, Joachim Lau e Claudio Giangiacomo, che chiedono sia dichiarata la competenza della magistratura italiana a decidere sulla legittimità o meno della permanenza degli americani nella Base di Aviano. Il governo degli Stati Uniti ha, invece, chiesto alla Cassazione di dichiarare la piena «immunità» della Base che non può quindi essere soggetta a decisioni giudiziarie.I cinque pacifisti, con atto di citazione del 21 agosto 2006 suddiviso in 17 punti, avevano chiamato in giudizio davanti al tribunale di Pordenone il governo Usa nella persona del segretario alla Difesa, affinchè agli americani fosse ordinato «di procedere alla rimozione dei presunti ordigni nucleari» situati all’interno della Base di Aviano». Secondo le tesi dei pacifisti, gli ordigni «sono un pericolo per la salute e la vita» in base al diritto internazionale e ai trattati internazionali di non proliferazione degli armamenti. In fase processuale i legali Usa hanno sostenuto il «difetto di giurisdizione» del giudice italiano e hanno fatto ricorso alla Suprema Corte «per regolamento preventivo di giurisdizione»; e davanti alla Cassazione hanno fatto presente che «la deterrenza nucleare e il dispiegamento di forze nucleari in Europa costituiscono un elemento indispensabile di quel vincolo che lega tutti gli Alleati, e in particolare gli Stati Uniti, alla sicurezza del continente». La presenza o meno di basi militari con compiti previsti dal Patto Atlantico, hanno precisato gli Stati Uniti, «deve essere risolta dalla comunità internazionale secondo gli strumenti propri (negoziati e stipula di convenzioni) e giammai in sede giudiziaria».La procura della Cassazione ha condiviso la tesi degli Usa e ha sottolineato che «l’immunità dello stato estero discende anche dalle previsioni del Trattato Nordatlantico» ratificato dall’Italia nel 1955, le quali «escludono la giurisdizione dello Stato di soggiorno in ordine a tutte le domande riguardanti attività di diritto pubblico aventi un nesso immediato con l’espletamento dei compiti propri degli organi del Patto Atlantico».Dal canto suo l’avvocato Trippanera fa sapere che «nell’udienza non è stato discusso il merito del regolamento di giurisdizione, in quanto il procuratore generale ha chiesto un rinvio tecnico procedurale, cui le altre parti per lealtà e correttezza hanno assentito. Verrà quindi fissata una nuova udienza dove verrà discusso e deciso il regolamento di giurisdizione».La Suprema Corte dovrà quindi decidere, a sezioni civili unite, se la giustizia italiana sia competente o meno a esprimersi sulle richieste dei pacifisti.

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