dal Messaggero Veneto di Mercoledì, 25 Marzo 2009
Tetto sfondato e auto distrutta a Tamai nell’azienda vinicola del conte Guecello di Porcia Che rischio! Solo per miracolo nessun ferito. L’F16, in avaria, è rientrato alla Base di Mamuela Boschian
Bimbi Giocavano in un giardino poco lontano dalla strada
Disastro evitato per un soffio, ieri a Brugnera pochi minuti dopo le 15: due serbatoi d’aereo colmi di cherosene sono letteralmente caduti dal cielo, piombando rispettivamente su una strada comunale e sulla tettoia di una casa colonica. I due contenitori sono stati sganciati dal pilota di un caccia americano F16 in missione addestrativa, decollato alle 14.57 dalla base Usaf di Aviano e in presunta avaria. Nessuno è rimasto ferito, ma lo spavento e lo sconcerto sono stati notevoli.Le conseguenze, infatti, sarebbero potute essere drammatiche: lo sganciamento dei due serbatoi è avvenuto qualche minuto dopo le 15, ora in cui nei giardini delle abitazioni a ridosso del punto di via Broch dov’è caduto il primo contenitore c’erano dei bambini che giocavano, una signora che potava un albero di mimose, una studentessa che si è precipitata fuori casa immediatamente dopo aver udito il botto. Per non parlare della casa colonica in via Prata a Tamai di Brugnera, di proprietà del conte di Porcia e Brugnera, la cui parte colpita dal secondo serbatoio era deserta per puro caso, in quanto dentro c’era parcheggiata un’auto e ricoverati svariati attrezzi.
C’è da dire che, in situazioni simili, l’essere umano ce la mette tutta, ma a giocare la parte del leone è comunque la sorte con i mille fattori che la influenzano. Infatti, non appena rilevate le anomalie ai motori, il pilota ha eseguito le procedure d’emergenza, che impongono come prima cosa di puntare il muso dell’aereo su aree disabitate. Ma elementi quali velocità del velivolo, direzione del vento, peso dei serbatoi e quant’altro hanno dato luogo agli imprevedibili e ineliminabili margini di rischio, che solo per altrettanti fattori contingenti hanno risparmiato la tragedia. A cose fatte, l’inconveniente – chiamiamolo così – si è tradotto in un certo numero di rottami di ferro più o meno grandi sparpagliati sul terreno circostante l’impatto, nonché di una quantità pari a circa 2 mila 800 litri di cherosene che il medesimo terreno si è bevuto.
Tornando all’episodio, subito dopo essersi portato su una zona sufficientemente disabitata, il pilota è passato alla seconda operazione prevista, ovvero lo sganciamento dei due serbatoi supplementari dell’F16. Un’operazione che si effettua intenzionalmente per liberarsi di un carico inutile e alleggerirsi in vista di un atterraggio di emergenza, atterraggio che il pilota statunitense ha effettivamente compiuto alle 15.10 senza incontrare ulteriori problemi. A quel punto, però, i problemi sono iniziati per carabinieri di Sacile e vigili del fuoco di Pordenone. Constata l’assenza di feriti, si è messa in moto la macchina degli accertamenti, protrattisi per ore e ore, tant’è che in serata i vigili del fuoco hanno provveduto a illuminare la zona con le fotoeletrriche in dotazione ai loro mezzi. Localizzati i reperti, l’area è stata quindi transennata. Oggi sarà presumibilmente decisa la strategia da adottare per bonificare il terreno, imbevuto da tutti quegli ettolitri di cherosene. Carburante che può infiammarsi già a 40º di temperatura e che, a conti fatti, non è esploso assieme ai serbatoi – sganciati a circa 500 metri di distanza uno dall’altro – per puro miracolo.