Vicenza-Aviano: un progetto comune

vicenza-avianoSabato 17 febbraio a Vicenza s’è svolta una grande manifestazione. I vicentini un’adunata così immensa e pacifica non l’avevano mai veduta, 100.000, 150.000 poco importa. Ciò che è stato evidente è il dissenso di una popolazione, la capacità di coordinarsi di molti comitati locali e di aggregare attorno a se vasti settori della società indipendentemente da orientamenti politici e vocazioni ideologiche e religiose. Nonostante il tentativo, a livello istituzionale e mediatico, d’oscurare l’evento con la strumentalizzazione del neobrigatismo, il dato significativo è che l’opposizione a questa ennesima base USA calata dall’alto, gestita in modo meschino da queto governo tra bugie e sotterfugi, esplode in un territorio storicamente roccaforte del nordest economico, taciturno e poco incline al dissenso. Risulta evidente che la nuova installazione al Dal Molin  è stata recepita come un’imposizione irricevibile, uno scempio per una città patrimonio dell’Unesco e già ampiamente martoriata da insediamenti militari e di notevole entità come la base di Camp Ederle.

Da Pordenone sono partite tre corriere e duecento persone hanno solidarizzato con la cittadinanza vicentina principiando un gemmellaggio con Aviano che non può essere taciuto per il coinvolgimento diretto che avrà se il Dal Molin diventerà operativo, fungendo da “joint” per operazioni offensive in Africa e Medioriente, ma soprattutto grazie ad un nuovo approccio rispetto alle basi e alle installazioni militari in genere: la “conversione preventiva”.

Il libro del Comitato Unitario contro Aviano 2000 “Dal militare al civile” è ormai uno degli strumenti di riferimento per la gente di Vicenza che non vuole questa base. Un libro frutto di un lavoro di molti anni che attinge direttamente alle centinaia di conversioni avvenute nella vicina Germania e che sfata molti miti attorno al beneficio di queste strutture. Le basi sono accampamenti che prima o dopo se ne andranno, prosciugano vaste aree inquinandole in modo grave, recano danni alle strade, alle abitazioni e alla salute inquinano aria e falde acquifere, falsano e limitano l’economia dei paesi ospitanti come ad Aviano sappiamo ormai bene. Quello che inoltre ora sappiamo è che laddove la conversione al civile è stata operata preventivamente, tramite il coinvolgimento della popolazione interessata, i benefici sia economici e sia occupazionali oltre a quelli relativi alla qualità della vita sono esponenzialmente aumentati.
Anche per Aviano è quindi necessario intensificare il lavoro d’informazione e innescare un coinvolgimento attivo della cittadinanza di tutta la provincia formando comitati o nodi locali nei paesi interessati per la vicinanza al corridoio di sorvolo dei cacciabombarieri, l’insediamento dei villaggi statunitensi costruiti in barba alle regole urbanistiche a cui tutti siamo costretti, la presenza dei più alti tassi di tumori alle vie respiratorie in Italia, la giacenza e la manutenzione di 50 bombe atomiche nel sottosuolo, l’uso intensivo di piombo nei poligoni ecc.

Se la gente vorrà potrà riprendersi in mano il proprio futuro adoperandosi concretamente affinchè i sindaci facciamo pressione perché il centro sulle energie rinnovabili venga collocato in prossimità della base, la regione stanzi ulteriori fondi per uno studio serio sulla conversione, esperti possano provvedere ad un monitoraggio indipendente dei siti interessati fuori e dentro la base, si avviino dei corsi di riqualificazione dei dipendenti civili della stessa e così via. Ci sono diverse proposte già praticabili che attendono solo di avere un consenso attivo come avvenuto a Vicenza. Come CUCA 2000 dopo Roveredo in Piano e Aviano saremo ospiti dell’ARCI a Montereale Valcellina venerdì 2 marzo alle 20.45.00 presso i locali del Menocchio per presentare il libro e contribuire alla sensibilizzazione in tal senso.

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