Parà muore al Cro. Il padre: «Voglio la verità»

dal Messaggero Veneto di Mercoledì, 4 Luglio 2007

Il caso. Il trentunenne si era arruolato volontario nel 1997 nella Folgore. Aveva prestato servizio in Kosovo, Afghanistan e Iraq. Alcuni mesi fa i primi sintomi del male
Il papà di Emanuele Pecoraro: troppi decessi dovuti alle malattie dopo le missioni militari all’estero 
Era diventato caporal maggiore nel genio guastatori
Il suo fisico ha smesso di combattere domenica scorsa poco dopo le 23. Emanuele Pecoraro, tarvisiano, classe 1976, è morto al Cro di Aviano, dopo una breve ma fulminante malattia. Una tragedia che, verrebbe da dire, colpisce ogni giorno molte famiglie del Friuli Venezia Giulia.

La cosa strana però è che “Pek”, come lo chiamavano tutti, da dieci anni era un soldato della Folgore appartenente alla forza di pace inviato due volte in Kosovo, due volte in Iraq e una volta in Afghanistan. Impossibile non pensare quindi allo spettro “uranio impoverito”.
«Nessuno ammetterà mai le cause che hanno portato alla morte di mio figlio – ha affermato Mariano Pecoraro, il padre del soldato morto domenica sera – ma noi andremo avanti e continueremo a cercare la verità, per rispetto non soltanto nei confronti di Emanuele ma anche di tutti quei ragazzi che si sono ammalati dopo essere stati in missione all’estero».

Parole dirette di un padre ferito, ma non arrabbiato. Mariano Pecoraro infatti, assieme alla moglie Nadia e all’altra figlia Sara, riesce anche a ringraziare l’Esercito per tutto quello che sta facendo per il suo Emanuele, partecipando all’organizzazione dei funerali e al picchetto d’onore. Il rito funebre sarà celebrato oggi alle 15.30 nel cimitero di San Vito, a Udine. Emanuele Pecoraro ha trascorso la sua infanzia e la sua adolescenza a Tarvisio.
In paese era molto conosciuto soprattutto negli ambienti sportivi, per aver coltivato fin da giovane la passione per il basket. Alternando gli studi all’Itc di Tarvisio con le partite di pallacanestro, “Pek” è stato sempre apprezzato da tutti per la sua generosità e franchezza. Molto estroverso, era capace di animare una serata tra amici con le sue battute e le sue gag.
Nel 1997 la scelta che gli ha cambiato la vita: entra a far parte dell’esercito come soldato in ferma breve, prima di diventare un paracadutista della Folgore. Con la forza di pace era stato inviato in Kosovo, Afghanistan e Iraq e dal giugno 2006 era diventato caporal maggiore scelto del Genio guastatori. Lavorava a Udine, ma per amore si era trasferito a Monfalcone, dove conviveva con Maria, la ragazza con la quale avrebbe dovuto sposarsi dieci giorni fa, il 23 giugno. L’aggravarsi della malattia però lo aveva costretto a letto, prima del ricovero al Cro di Aviano, dove ha cessato di vivere domenica sera.
Alessandro Cesare
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