I legali dei pacifisti: Aviano salvata da 5 attacchi

dal Messaggero Veneto di Lunedì, 9 Luglio 2007
 
La rivelazione. A margine della causa promossa contro il governo Usa per l’eventuale presenza di bombe atomiche in Base, particolari inediti da un documento
Nel 1980 fu ignorato un allarme per una semplice, ma coraggiosa deduzione logica
Fornite date e circostanze. Reazioni sbagliate ai monitor avrebbero portato la provincia «al suo abisso d’esistenza»
Scherzi dell’elettronica sui missili: in un caso è stata decisiva la prontezza di un maggiore

Cinque potenziali incidenti nucleari avrebbero potuto portare la zona di Pordenone-Aviano «al suo abisso d’esistenza». Li elenca il controricorso dei legali della Ialana, l’associazione di giuristi contro le armi nucleari, depositato in Cassazione nell’ambito della causa dei 5 pacifisti pordenonesi per le presunte atomiche in Base. Errori che avrebbero portato conseguenze anche ad Aviano, chiamata in causa per la presenza delle atomiche Usa.More…Cinque volte, secondo quanto contenuto nel controricorso, siamo andati vicino alla distruzione: «Il deposito delle armi nucleari deve essere considerato in rapporto alla possibilità e al pericolo di incidenti che possono, anche incidentalmente creare dei danni. In passato è notorio che si sono verificati almeno cinque casi, che hanno rischiato di portare la zona di Pordenone-Aviano al suo abisso di esistenza».
Episodi riportati in un articolo del Bulletin of Atomic Scientists Nrdc Nuclear Notebook del novembre-dicembre 1998. Il primo il 5 ottobre del 1960: un radar della Groenlandia segnala un attacco missilistico dall’allora Urss agli Stati Uniti distante 2 mila 500 miglia. In realtà si trattava di una luce specchiata della luna distante 250 mila miglia. Insomma, un errore di computer.
Altro episodio il 9 novembre del 1979: al centro di comando del Pentagono, a Fort Richie nel Maryland, viene segnalato un attacco missilistico dall’Urss. Viene mobilitato il sistema di difesa nucleare. «Per puro caso – affermano i legali -, un altro sistema di controllo satellitare non aveva confermato l’attacco e si scoprì che un nastro di prova aveva fatto scattare la preparazione per il contro colpo all’Urss». Un altro errore.
Anche il 3 giugno dell’80 venne annunciato un attacco missilistico dai soliti sovietici. Il sistema difensivo venne allertato, ma si scoprì subito un errore nel computer. L’allarme si ripetè tre giorni dopo: venne scoperto il difetto di un chip del computer della centrale di comando. Il 26 settembre del 1983, verso mezzanotte, un satellite comunicò al comando militare di Mosca che cinque missili intercontinentali americani stavano aggredendo l’Unione Sovietica. Il satellite, è proprio il caso di dirlo, aveva preso un abbaglio, scambiando i raggi del sole con il missile. A salvare tutti ci aveva pensato il maggiore Petrow che decise di ignorare l’allarme visto il numero esiguo di razzi, 5, quando se ne aspettavano almeno 500. «Questa decisione – scrivono i legali – ha salvato la vita non solo agli abitanti della zona di Aviano, ma anche a quelli di altre aree del territorio italiano».
L’ultimo episodio è del 25 gennaio 1995: venne lanciato in Norvegia un missile di ricerca che invece si diresse verso Mosca. Il sistema russo identificò una Tritent americana. La Russia preparò un contrattacco. «Il presidente Eltsin – affermano ancora gli avvocati – ha avuto tre minuti di tempo per decidere se il sistema automatico di lancio dei missili intercontinentali nucleari doveva essere fermato o meno. Per caso il missile della Norvegia cambiò direzione all’altezza di Pietroburgo, volando verso il Polo Nord, e, quindi, in tempo per interrompere il count down automatico di un attacco nucleare agli Usa».
Donatella Schettini

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