F-16 precipitato, il caso arriva a Prodi

dal Messaggero veneto di Martedì, 25 Settembre 2007
Metz, Giacomini e Beacco ieri dal prefetto. La relazione inoltrata al governo
Ribadite le preoccupazioni per la strage sfiorata e per questioni di carattere politico e ambientale
Della delegazione ricevuta da Landolfi facevano parte sei consiglieri regionali
La Base di Aviano, l’ampliamento di quella di Vicenza, le relative questioni ambiente, sicurezza dei voli, atomiche e trasparenza finiscono sul tavolo del presidente del Consiglio dei ministri, Romano Prodi. Il prefetto ha ricevuto ieri mattina una delegazione di amministratori e politici assicurando l’inoltro a palazzo Chigi della lettera firmata da veneti e friulani (tra cui sei consiglieri regionali) sulla questione.Tre quarti d’ora di incontro tra il prefetto, Elio Maria Landolfi, da una parte, e il consigliere regionale dei Verdi, Alessandro Metz, il consigliere comunale di Pordenone, Monia Giacomini, e il segretario provinciale del Pdci, Alberto Bacco. All’ordine del giorno la lettera firmata da una cinquantina di esponenti friulani e veneti del mondo politico e amministrativo, a diversi livelli, sull’F-16 caduto la scorsa settimana nel Bellunese, decollato dalla Base di Aviano. La prima richiesta in assoluto: non minimizzare l’accaduto, tanto meno «occultare» informazioni.
La delegazione ha ribadito il contenuto della lettera che esprime preoccupazione per l’accaduto «che ha sfiorato la strage», ricordando anche la strage del Cermis e la presenza delle testate nucleari nella Base di Aviano.
«Abbiamo messo in evidenza – ha spiegato il consigliere comunale Monia Giacomini – la preoccupazione da parte degli amministratori locali pordenonesi e friulani, ma anche veneti, che insieme alla cittadinanza desiderano schierarsi per la difesa dei beni comuni e quindi del territorio in cui viviamo». La delegazione ha rimarcato «la mancanza di informazione, soprattutto a livello nazionale, rispetto agli effetti negativi della presenza della Base, come jet caduti, pezzi persi per strada, bombe e serbatoi in orti e giardini che si sono susseguiti negli ultimi anni».
Il prefetto inoltrerà la lettera al presidente del Consiglio Romano Prodi, facendola precedere da una relazione sul caso. Gli amministratori «per la difesa dei beni comuni firmatari della lettera e dell’appello di solidarietà al presidio permanente contro il Dal Molin a Vicenza», ha concluso Giacomini, «continueranno con altre iniziative a tenere alta l’attenzione su ciò che accade nel nostro territorio in relazione alla presenza di questa Base di guerra».
C’è una comunione di intenti, ha spiegato il consigliere regionale dei Verdi, Alessandro Metz, «che da ora in poi farà muovere comunemente l’asse Aviano-Vicenza». Metz sottolinea la questione informazione: «Spesso si evidenziano gli effetti “positivi” della presenza della struttura militare, omettendo quelli negativi».

dal Messaggero veneto di Martedì, 25 Settembre 2007
Due pressanti richieste: «Vietato minimizzare e occultare informazioni»
Tra i firmatari anche due sindaci
Consiglieri regionali veneti e friulani, consiglieri provinciali veneti e friulani, una schiera di amministratori locali e alcuni sindaci o assessori e segretari di partito: ecco i firmatari della lettera che arriverà sul tavolo del presidente del Consiglio, Romano Prodi. Tra i firmatari ci sono i sindaci di Pinzano Luciano De Biasio e di Budoia Antonio Zambon, gli assessori Valentino De Piante di Aviano e Francesca Trinco di Sacile, il consigliere provinciale Mario Alzetta, i consiglieri comunali di Pordenone, Orazio Cantiello e Monia Giacomini, i consiglieri regionali Pio De Angelis, Alessandro Metz e Bruna Zorzini.
«C’è un problema sicurezza in Italia – attacca il consigliere regionale dei Verdi, Alessandro Metz – e non certo generata dai lavavetri, quanto dalla presenza, unica in Europa, di testate nucleari dentro la Base di Aviano, strumenti di guerra come gli F-16 che passano sulle nostre teste e rischiano di caderci addosso».
Consiglieri regionali veneti e friulani firmano insieme la lettera: «Sia per la vicinanza, sia per il fatto che Aviano e Vicenza sono molto vicine e maggiormente interessate della presenza di basi in Italia, così imponenti e pericolose».
La prima richiesta? «Non minimizzare l’accaduto, tanto meno occultare informazioni e notizie. Quella della caduta dell’aereo vicino alle case, temiamo sia stata volutamente tenuta coperta dal governo» e chi ha raccolto il pilota «è stato obbligato a tacere». Metz sottolinea che «molto spesso si enfatizzano gli aspetti positivi della ricaduta economica indotta sul territorio grazie alla Base e si cerca di tenere sottotono gli effetti negativi come la questione delle testate nucleari e l’inquinamento delle falde pordenonesi». (e.l.)

dal Gazzettino di Martedì, 25 Settembre 2007
F-16 caduto, la protesta arriva al presidente Prodi
Incontro con il prefetto per la delegazione che ha sottoscritto la lettera (per conoscenza è stata inviata anche al presidente del Consiglio Romano Prodi) sulla caduta nella zona del bellunese dell’F16 partito da Aviano. La delegazione era composta dalla consigliera comunale di Pordenone Monia Giacomini, dal consigliere regionale dei Verdi Alessandro Metz e dal segretario provinciale del Partito dei Comunisti italiani Alberto Bacco. «La delegazione – ha spiegato Monia Giacomini – ha ribadito il contenuto della lettera che esprime preoccupazione per l’accaduto che ha sfiorato la strage e che è parte integrante della presenza della base di Aviano. Abbiamo anche ricordato la strage del Cermis e la presenza delle 50 testate nucleari. Si è messa in evidenza la preoccupazione da parte degli amministratori locali pordenonesi e friulani, ma anche veneti che insieme alla cittadinanza desiderano schierarsi per la difesa dei beni comuni e quindi del territorio in cui vivono e sul quale vivono i loro cittadini. La delegazione – è andata avanti la consigliera – ha anche rimarcato la mancanza di informazione, soprattutto a livello nazionale, rispetto agli effetti negativi della presenza della base Usa come jet caduti, pezzi persi per strada, bombe e serbatoi in orti e giardini che si sono susseguiti negli ultimi anni. Il Prefetto ha dichiarato il suo impegno nell’inviare la lettera, preceduta da un suo resoconto sull’incontro che si è tenuto ieri al presidente del Consiglio Romano Prodi». 

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