Base Usa: non vogliamo italiani (rassegna stampa)

dal Gazzettino di Giovedì, 21 Febbraio 2008
Gli annunci per la ricerca di cuochi e camerieri pubblicati sul giornale della comunità americana
Aviano, la clamorosa esclusione nelle assunzioni di personale civile
Personale civile italiano escluso dalla partecipazione alle selezioni per alcuni posti di lavoro all’interno della base Usaf : ad Aviano scoppia il caso e il sindacato denuncia una situazione che preoccupa sempre più i dipendenti civili.
Il problema s’è presentato anche in passato in maniera strisciante ed informale, ma stavolta è stato messo "nero su bianco" in un annuncio apparso nei giorni scorsi nel settimanale «Compass», stampato dalla comunità della stessa Base . Nello spazio dedicato alle offerte di lavoro per ricoprire diversi incarichi (dal cuoco all’addetto alla reception, dal cassiere al cameriere) si spiega infatti che i posti sono riservati a personale civile americano e a cittadini dei Paesi membri della Nato, tranne che a quelli italiani.Il comando Usa non ha finora voluto spiegare questa scelta, che contrasta con gli accordi Nato in vigore, mentre ha fatto infuriare i sindacati ed il sindaco di Aviano, Stefano Dal Cont (centrosinistra) che considera l’accaduto «inaccettabile» ed ha chiesto un incontro chiarificatore al comandante della base.

Aviano: «Lavoratori cercansi, ma che non siano italiani»
L’annuncio è comparso sul giornale interno della Base Usa Aggirati gli accordi Nato forse per evitare di pagare in euro
Personale civile italiano escluso dalla partecipazione alle selezioni per posti di lavoro all’interno della Base Usaf : ad Aviano scoppia il caso e il sindacato denuncia una situazione che preoccupa sempre di più.
La presenza nelle basi militari e l’occupazione civile nelle strutture statunitensi in Italia sono regolate da un accordo Nato. Non è il primo tentativo di scavalcarlo, ma stavolta è stato messo "nero su bianco". Nessun documento ufficiale. Né nuovi accordi che superino quelli in vigore ormai da decenni. A finire nel mirino del sindacato della base militare friulana è un annuncio apparso nei giorni scorsi sul settimanale della comunità, il "Compass" che ha recentemente sostituito lo storico "Vigileer".
Nello spazio dedicato alle offerte di lavoro si comunica la ricerca di personale per ricoprire diversi incarichi, in particolare con mansioni di cuoco, aiuto-cuoco, addetto alla reception delle foresterie del 31. Fighter Wing (lo squadrone di F-16 di casa ad Aviano), addetti alle camere negli alberghi interni, cassiere nei negozi e anche specialisti in informatica. I posti sono messi a disposizione dal reparto che si occupa della gestione dei servizi (mense, alberghi, foresterie, palestre, piscine e golf-club) all’interno di quello che è un angolo degli States nel Nordest. Fin qui nulla di strano. Nell’annuncio si spiega, però, che «i posti sono riservati a personale civile americano e a cittadini dei Paesi membri della Nato, esclusi quelli del Paese ospite, l’Italia».
Un provvedimento che – in assenza di una motivazione ufficiale che non è arrivata dalla Base – potrebbe trovare origine dalla necessità di abbattere i costi. I contratti italiani sono evidentemente più onerosi (e in euro) di quelli previsti per il personale Usa e di molti altri Paesi europei (in dollari). La cosa non è, però, passata inosservata alle organizzazioni sindacali che, già da alcuni anni, stanno portando avanti una battaglia per la tutela e la difesa dell’occupazione locale.
«Siamo molto preoccupati – sottolinea Eugenio Sabelli, responsabile della Fisascat-Cisl nella base avianese – poiché continua da parte dei vertici statunitensi il comportamento irregolare nelle selezioni e nell’impiego di personale in alcuni contesti. Si tratta di ruoli e posizioni che sono state tradizionalmente ricoperte da personale italiano, ma che da qualche tempo vengono affidate a personale civile statunitense. È una pratica che riteniamo irregolare e contraria agli accordi e alla normativa italiana e che più volte abbiamo denunciato senza però ottenere risposte chiare e precise nel merito».
Nel 31. squadrone del "services" – la struttura che ricerca il personale attraverso l’annuncio – lavorano attualmente circa 180 addetti italiani (sui complessivi ottocento) che ricoprono diversi ruoli, molti dei quali uguali a quelli indicati nell’annuncio del giornale on-line. Quasi 150 sono, invece, i lavoratori civili americani. «È proprio questo – continua il rappresentate della Cisl pordenonese – che noi contestiamo. La normativa italiana in materia è precisa: il personale civile americano deve ricoprire ruoli che siano di supporto e al seguito delle forze armate americane, assunto negli Stati Uniti e soltanto in missione in Italia». Più volte, anche recentemente, i rappresentati sindacali hanno chiesto l’avvio di un confronto per avere un chiarimento sulla vicenda. «Ci è sempre stato risposto – informa il delegato sindacale – che alcuni posti possono essere occupati da personale americano. Punto e non si discute».
Eppure il sindacato continua a fare presente che la Convenzione tra gli stati membri del Trattato Nordatalantico sullo statuto delle forze armate del 1951 (recepito dallo Stato italiano con la legge 1.335 del 30 novembre del 1955) prevede che le necessità locali di manodopera devono essere ricoperte da personale europeo secondo le normative italiane del lavoro.
Davide Lisetto

Il sindaco: «E’ un’iniziativa inaccettabile»
Sia il primo cittadino (di centrosinistra) che il suo predecessore (Cdl) esigono spiegazioni dai vertici statunitensi
«La questione delle assunzioni di personale civile non italiano nella base Usaf non è nuova. So che il problema esiste da un po’ di tempo, per questo mi attiverò per verificare con i sindacati quest’ultimo episodio. Se così fosse sarebbe una situazione inaccettabile».
Stefano Del Cont Bernard, sindaco di Aviano dal maggio 2007 con una coalizione di centrosinistra, intende chiedere al più presto anche un incontro con il comando della Base che si trova nel suo Comune. «Cercherò il comandante – assicura il primo cittadino – per avere un chiarimento sulla vicenda. E per capire se si tratta soltanto di alcuni episodi che non devono preoccupare più di tanto, oppure se siamo di fronte a un tentativo di ridurre a poco a poco la manodopera italiana. So, poiché tra me e il generale Craig Franklin ci sono buonissimi rapporti, che il comandante è persona molto sensibile ai rapporti con il territorio e anche alla questione delle risorse umane e del personale italiano. Sono certo che troveremo una spiegazione, anche perché si tratta di proseguire nel rispetto di normative che sono in vigore da alcuni decenni e che sono sempre state rispettate. Tranne che negli ultimi anni».
Nel frattempo il sindaco esprime il suo «pieno sostegno» al sindacato e agli addetti civili, molti dei quali risiedono proprio ad Aviano. «La posizione della nostra amministrazione – spiega Del Cont Bernard – è quella di tutelare, e semmai incentivare, i posti di lavoro nella base . Anche perché il principio che sta dietro ai vecchi accordi internazionali e nazionali, mai cambiati, che regolano la presenza delle basi in Italia è quello della compensazione ai disagi che derivano dalla presenza di una servitù militare di questa portata. I posti di lavoro riservati per diritto, cioé per legge, ad addetti locali costituiscono proprio una compensazione ai disagi e ai costi che come comunità territoriale paghiamo proprio per la presenza di una grande aerobase che comporta un certo tipo di impatto, non solo ambientale». L’auspicio del sindaco è, dunque, quello di aprire un confronto con il vertice militare della cittadella Usa avianese. «Ci sono – afferma ancora – molti anni di positivi e proficui rapporti che devono continuare. Sarebbe un peccato se, magari per una questione legata a un certo risparmio economico sui contratti di lavoro, si creasse disagio sociale e preoccupazione tra gli addetti italiani».
Anche Riccardo Berto, ex sindaco della cittadina pedemontana e oggi consigliere comunale di minoranza, ritiene opportuno un incontro con i vertici dell’Us Air Force. «Il problema esiste – sostiene l’ex primo cittadino della Casa della Libertà, oggi all’opposizione con due liste civiche che nove mesi fa hanno raccolto il 31% dei voti – perciò come amministratori abbiamo il dovere di aprire un confronto. Questo però può essere fatto solo se c’è un rapporto di dialogo corretto e continuo con il comando militare. La cosa diventa un po’ più difficile – sottolinea Berto con un velo polemico – se il sindaco partecipa a manifestazione anti-base . La politica e le convinzioni personali devono esulare da quelli che sono gli interessi e i bisogni della comunità e delle famiglie. È giusto, per altro, che i prezzi che la comunità paga in termini di disagio e di disturbo, che inevitabilmente la presenza di una base militare comporta, siano ripagati da precise garanzie. E una di queste è da sempre proprio l’utilizzo di manodopera del posto attraverso l’occupazione di cittadini italiani».
D. L.

La base Usaf di Aviano è insediata, …
La base Usaf di Aviano è insediata, dalla metà degli anni 50, nell’aeroporto "Pagliano e Gori" dell’Aeronautica militare. Il trattato bilaterale tra Italia e Stati Uniti – rinnovato nel 1993 – prevede che complessivamente nella base pordenonese possano esserci fino a 3.800 militari americani. Un numero che con gli attuali 3.500-3.600 soldati, non è raggiunto, ma che può variare di giorno in giorno. Tra militari, personale civile della Difesa (circa 200 persone) e le famiglie, negli ultimi anni ad Aviano vivono in media circa novemila americani. Mentre gli addetti civili italiani sono circa ottocento. Alla base alloggiano solo i militari "single", quelli con famiglia al seguito abitano nella comunità locale, quindi all’esterno.
Base e aeroporto in realtà sono italiani, e sotto il comando italiano ci sono circa 230 tra ufficiali, sottufficiali e truppa. La base ospita il 31° stormo Fighter wing. Gli F16 – una quarantina organizzati in due squadroni impegnati negli anni ’90 nelle guerre dei Balcani – sono cacciabombardieri leggeri in servizio dalla fine degli anni ’70. Gli F16 (Fighting Falcon) sono velivoli da combattimento multiruolo, possono svolgere cioè funzioni che vanno dall’attacco al suolo al combattimento aria-aria. La base può ospitare anche 8 elicotteri UH60 (Utility elicopter), che in passato sono stati schierati in Kuwait. Nella struttura – anche se mai confermato ufficialmente – vengono ospitate anche alcune decine di testate nucleari.

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